12 febbraio 2015 – Dopo i segnali incoraggianti arrivati da Minsk sul cessate il fuoco in Ucraina, da Bruxelles, dove è in corso il vertice dei capi di Stato e di Governo dell’Unione europea, arrivano dichiarazioni distensive sulla Grecia. «L’Ue cerca sempre il compromesso, questo è il suo successo. La Germania è pronta ma va detto che la credibilità dell’Ue dipende dal rispetto delle regole e dall’essere affidabili», ha spiegato Angela Merkel entrando al Consiglio.
A seguito del fallimento dei negoziati all’Eurogruppo di mercoledì, un nuovo vertice dei ministri delle Finanze Ue è stato convocato per la prossima settimana. «Vedremo quali proposte farà Atene, saranno discusse all’eurogruppo lunedì quindi abbiamo ancora qualche giorno», ha aggiunto la cancelliera tedesca.
Poco prima, Alexis Tsipras, al suo primo summit Ue, aveva ostentato sicurezza: «Sono molto fiducioso che troveremo una soluzione accettabile per tutti, per mettere fine all’austerità e far tornare la Ue sulla strada della coesione sociale».
Intanto, la Bce ha alzato a 65 miliardi (dai 59,5 precedenti) la liquidità disponibile a favore della Grecia tramite il meccanismo ELA (Emergency Liquidity Assistance). La somma è messa a disposizione delle banche elleniche dopo che la settimana scorsa l’Eurotower aveva rimosso la deroga che consentiva loro di rifinanziarsi tramite le aste principali nonostante il rating “junk” dei loro titoli di Stato. La liquidità è per «un periodo di tempo molto breve», ha frenato Peter Praet, membro del direttorio Bce, aggiungendo che «in una crisi sistemica l’ELA può essere fornito al sistema bancario per un periodo più lungo, ma a condizione che ci sia la solvibilità delle banche».
La borsa di Atene sembra essere ottimista circa il raggiungimento di un accordo sul debito greco: l’indice Ase ha chiuso ieri in forte rialzo con un balzo del 6,73% a 846 punti. Molto positivi anche i titoli bancari: National Bank (+18%), Alpha (+14,75%), Eurobank (+12,75%) e Piraeus (9,97%).
È fiducioso anche il presidente del parlamento europeo Martin Schulz: «Sono ottimista che nei prossimi giorni, o forse anche oggi, si troverà un compromesso», ha confidato, rivelando di aver «parlato con Tsipras, Dijjslebloem ed altri leader dell’eurozona». «Anche se non appare – ha aggiunto – uomini e donne politici a volte sono ragionevoli».
«La battaglia è cambiare la politica economica europea», è il commento il premier Matteo Renzi a Bruxelles. «Il punto centrale – ha spiegato – non è cambiare la politica economica in Grecia ma fare una battaglia perché cambi la politica economica in Ue. Questa è la sfida più bella».
Segnali positivi dopo che la riunione dell’Eurogruppo di mercoledì si era conclusa senza un accordo. I ministri delle Finanze dell’Unione europea non sono riusciti a trovare un compromesso per risolvere l’impasse sul debito greco, tanto da non riuscire nemmeno a scrivere un comunicato congiunto. Un nuovo vertice dell’Eurogruppo è stato convocato per lunedì prossimo.
«Ci sono stati progressi ma non abbastanza per arrivare ad una soluzione comune», ha spiegato il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem al termine dei colloqui. In molti speravano che alla fine la Grecia accettasse di estendere l’attuale programma di aiuti gestito dalla troika. I tecnici dell’Euro Working Group erano pronti per partire alla volta di Atene per lavorare assieme al nuovo governo alle modifiche possibili al piano.
Ma Dijsselbloem ha spiegato che «serve prima una base comune politica», e «poi gli esperti potranno lavorare a quella tecnica». Atene non retrocede di un centimetro e chiede di sostituire il vecchio piano con qualcosa di diverso che dia all’esecutivo a maggioranza Syriza la possibilità di attuare alcune delle misure sociali contenute nel suo programma di governo.
«È stata una discussione fruttuosa. A tratti un pochino troppo franca nei toni, ma sono ottimista. Proseguiamo la conversazione lunedì», ha commentato Pier Carlo Padoan.
Secondo alcune indiscrezioni, intorno alle 22 la riunione era finita e i ministri avevano trovato un accordo su una formula da inserire nel comunicato finale. Si parlava di un programma da estendere, emendare e concludere, tre parole per accontentare tutte le parti: i tedeschi che vogliono che il programma sia portato a compimento, i greci che vogliono modificarlo, e tutti quei Paesi che vorrebbero un’estensione del piano che tenga la Grecia ancora sotto tutela della troika.
Ma al ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, non andava giù la parola ‘estendere’, e avrebbe chiesto di toglierla. Un problema di semantica, sufficiente a spingere anche gli altri ministri a reiterare le loro richieste e quindi a rompere il fragile compromesso. Atene ha poi diffuso un comunicato nella notte con cui respinge l’estensione del programma di salvataggio.
Mercoledì era volato a Mosca il nuovo ministro degli Esteri greco Nikos Kotzias, noto per le sue posizioni filorusse. Kotzias ha incontrato il suo omologo Serghiei Lavrov, il quale, nel corso della conferenza stampa che ha chiuso il bilaterale, ha spiegato che la Russia «prenderà in considerazione» la possibilità di concedere «aiuti finanziari alla Grecia se tale richiesta arriverà». Dichiarazione che hanno provocato malumori tra i leader europei.
La Grecia ha a sua volta aperto a Mosca, dichiarandosi contraria a esercitare pressioni sulla Russia attraverso nuove sanzioni. «C’è bisogno – ha spiegato Kotzias – di cercare altri strumenti, altre soluzioni adeguate».
Le speranze di una risoluzione dello stallo greco risiedono in un possibile confronto tra il premier greco Alexis Tsipras e la cancelliera tedesca Angela Merkel. I segnali sembrerebbero incoraggianti.
UCRAINA, VERTICE DI MINSK – Trovata l’intesa tra il presidente russo Vladimir Putin, l’ucraino Petro Poroshenko, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande su un cessate il fuoco nell’Est ucraino a partire da domenica. Lo annuncia Putin.
«Siamo riusciti a raggiungere un accordo sui punti essenziali» ha aggiunto, precisando che il cessate il fuoco partirà alla mezzanotte di sabato. Lo conferma anche il presidente francese Hollande.
Secondo Putin, finché non sarà raggiunto un cessate il fuoco completo tutte le parti dovrebbero mostrare «moderazione» ed evitare «spargimenti di sangue inutili».
«Nonostante tutte le difficoltà nel processo negoziale, siamo riusciti a concordare sulle questioni principali», ha aggiunto il presidente russo. Nei colloqui di Minsk sulla crisi ucraina è stato raggiunto anche un accordo per attuare la legge sullo status speciale per l’Ucraina sud-orientale approvata in precedenza.
Il risultato raggiunto dà speranza ma resta molto da fare, ha detto Angela Merkel. «Abbiamo un segnale di speranza – ha affermato – Abbiamo concordato
l’implementazione complessiva degli accordi di Minsk. Ma naturalmente passi concreti devono essere fatti. E ci sono ancora grandi ostacoli davanti a noi».«Io non mi illudo, noi non ci illudiamo: è necessario ancora molto molto lavoro – ha aggiunto la cancelliera – Ma c’è una chance reale di migliorare le cose». «Francia e Germania hanno dimostrato insieme che noi, in accordo con l’Europa, abbiamo dato un contributo». «Vorrei ringraziare Francois Hollande. Io credo che il fatto che noi tutti insieme ci siamo accordati e ci siamo imposti, anche con i ministri degli esteri, ha comportato che si potesse raggiungere questo risultato».
«È un passo avanti importante, un ottimo risultato», ha commentato Matteo Renzi alla riunione del Pse a Bruxelles. Per il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, «meglio un piccolo accordo, che un fallimento».
I leader di Russia, Ucraina, Francia e Germania erano tornati a riunirsi questa mattina nella capitale bielorussa dopo una notte che non aveva portato la sperata intesa sulla crisi in Ucraina.
Dopo un vertice durato più di tredici ore si rincorrevano le voci sul raggiungimento di un accordo, ma alla fine nulla di fatto. A sottolineare le difficoltà del negoziato, una foto che immortala Putin al tavolo delle trattative nell’atto di spezzare nervosamente una matita.
Poroshenko, citato dall’agenzia di stampa russa RIA Novosti, aveva dichiarato che le condizioni proposte dalla Russia erano «inaccettabili». «C’è ancora una speranza», aveva però aggiunto il presidente ucraino, anche se «finora non ci sono buone notizie». Invece l’intesa è arrivata in mattinata.
Un lancio dell’agenzia Reuters aveva affermato che i leader separatisti filo-russi, unitisi ai colloqui del Gruppo di Contatto, avrebbero rifiutato all’ultimo momento di firmare il documento d’intesa. Alcuni partecipanti ai colloqui di Minsk riferiscono che i leader delle autoproclamatesi repubbliche di Donetsk e Lugansk chiedevano che le truppe dell’esercito ucraino si ritirassero dalla città orientale di Debaltsevo. Alle trattative, informa RIA Novosti, si è unito anche Heidi Tagliavini, rappresentate dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa).
Il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, fa poi sapere che è pronto un pacchetto di aiuti all’Ucraina da 40 miliardi di dollari all’interno di un programma quadriennale. I contributi verranno dall’Unione europea e dai singoli paesi.
Intanto, almeno due militari sarebbero morti e altri 21 sarebbero rimasti feriti nelle ultime 24 ore nei combattimenti nel sud-est ucraino. Lo riferisce il portavoce dello Stato maggiore di Kiev, Vladislav Selezniov, citato dall’agenzia ucraina Unian.
Il rublo era tornato a scendere dopo che il presidente ucraino Petro Poroshenko aveva definito «inaccettabili» le condizioni poste da Mosca ai negoziati di Minsk. La moneta russa è ora scambiata a 75,06 sull’euro e 66,30 sul dollaro.
Luna De Bartolo