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L’Ungheria blinda la frontiera con la Serbia, 170 arresti e migranti in sciopero della fame. Merkel: «Subito hotspot in Italia». Nuovo vertice dei ministri Ue il 22 settembre

15 settembre 2015 – Primi arresti in Ungheria dopo l’entrata in vigore, lunedì a mezzanotte, della legge che punisce con il carcere fino a tre anni l’ingresso illegale nel paese. Sono 174 le persone fermate mentre tentavano di entrare nello stato magiaro attraverso il confine con la Serbia. Lo ha dichiarato in una conferenza stampa Gyorgy Bakondi, consigliere per la sicurezza del premier magiaro Viktor Orban. Almeno 16 richiedenti asilo sarebbero stati respinti alla frontiera.

Decine di migranti, rimasti bloccati al confine con la Serbia, hanno iniziato uno sciopero della fame. L’Ungheria intende inoltre avviare i lavori per estendere la barriera “anti-migranti” e il controllo militare anche al confine con la Romania.

La presidenza lussemburghese del Consiglio dell’Ue ha convocato un consiglio Affari interni straordinario per il 22 settembre. Scopo di questo vertice è l’approvazione di una decisione su un meccanismo provvisorio per la redistribuzione di 120mila profughi che si trovano attualmente in Italia, Grecia e Ungheria; decisione che non si è stati in grado di prendere al Consiglio straordinario di lunedì.

Il ministro degli esteri tedesco Sigmar Gabriel ha oggi attaccato l’Ue: secondo Gabriel, l’Unione europea, con il nulla di fatto al vertice di lunedì, si sarebbe «coperta di ridicolo». E Angela Merkel chiede a gran voce la creazione di hotspot (centri dove si identificano, registrano e rilevano le impronte digitali di chi sbarca per distinguere chi ha diritto all’asilo e chi no, ndr) in Italia.

Intanto, dopo la Germania, anche Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, in deroga agli accordi di Schengen, ripristinano i controlli alle frontiere. L’Austria ha annunciato che ripristinerà i controlli alla frontiera con Ungheria, Italia, Slovacchia e Slovenia a partire dalla mezzanotte di martedì. Anche la Francia, come annunciato lunedì dal ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, potrebbe seguire: «Sono già state date disposizioni» per agire in tale senso «se si ripeterà una situazione identica a quella di alcune settimane fa», ha annunciato Cazeneuve.

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