17 marzo 2016 – C’è l’intesa. A Bruxelles, i capi di Stato e di governo hanno trovato una posizione comune che consente di approvare l’accordo con la Turchia sui migranti. Lo ha annunciato su twitter il primo ministro finlandese Juha Sipila. I dettagli devono ancora essere diffusi ma il premier ceco Bohuslav Sobotka, ancora su twitter, ha anticipato che «tutti i migranti illegali che arriveranno in Grecia dalla Turchia dal 20 marzo torneranno indietro».
Nella bozza di accordo, i respingimenti in Turchia vengono definiti una misura «temporanea e straordinaria con lo scopo di mettere fine ai pericolosi viaggi nell’Egeo e rompere il modello di business creato dai contrabbandieri. I costi delle operazioni di ritorno saranno prese in carico dall’Unione europea. La Ue si impegna a lungo termine a un piano europeo di reinsediamento, sulla base degli impegni volontari da parte degli Stati».
Dopo i colloqui di giovedì, andati avanti anche nel corso della notte, l’Ue ha trovato una posizione unitaria sulla crisi dei rifugiati. La discussione partiva dalla proposta di accordo con Ankara – come uscita dal bilaterale tra il premier turco Ahmet Davutoğlu e la cancelliera tedesca Angela Merkel, alla presenza del primo ministro olandese Mark Rutte – che prevede di riportare in Turchia tutti i migranti, di ogni nazionalità, da lì partiti e arrivati in Grecia, con uno scambio “uno a uno”, ovvero: per ogni profugo siriano entrato illegalmente in Ue e rispedito insieme agli altri migranti in territorio turco, l’Ue si impegna ad accogliere un altro cittadino siriano tra quelli che hanno invece fatto domanda di asilo e si trovano nei campi profughi turchi.
Ma rispetto alla bozza uscita fuori dal vertice del 7 marzo, le domande di asilo per i migranti che approderanno in Grecia saranno valutate singolarmente dalle autorità europee. Saranno rimpatriati solo quelli che non faranno domanda o che avranno una risposta negativa. Una modifica che non convince le organizzazione umanitarie, che continuano a denunciare la volontà europea di effettuare rimpatri di massa (espressamente vietati: ogni richiedente asilo ha diritto a vedere la propria domanda valutata singolarmente) in Turchia, paese che ha firmato la Convenzione di Ginevra del 1951 sulla protezione dei rifugiati ma non la applica integralmente.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è intervenuto in diretta televisiva venerdì per difendersi da queste accuse, puntando il dito contro il Vecchio continente: «L’Europa – ha detto – dovrebbe analizzare la sua situazione in materia di migranti, prima di dire alla Turchia che cosa fare». La Turchia, ha aggiunto, ascolterà le critiche esterne solo quando saranno giustificate. «In un momento in cui la Turchia ospita tre milioni di migranti, quelli che non trovano spazio per una manciata di rifugiati, che nel mezzo dell’Europa tengono questi innocenti in condizioni vergognose, dovrebbero prima guardare a se stessi».
Un altro punto dolente riguardava le ulteriori richieste fatte dalla Turchia: altri 3 miliardi di euro che vanno ad aggiungersi ai 3 miliardi in due anni già concordati negli scorsi mesi e, soprattutto, l’impegno da parte dei 28 ad aprire cinque nuovi capitoli negoziali per il processo di adesione all’Ue di Ankara (ipotesi che trova la ferma opposizione dello stato membro Ue Cipro a causa della difficile situazione nell’isola, occupata per metà dalla Repubblica Turca di Cipro Nord, riconosciuta solo dalla Turchia) e la liberalizzazione dei visti per l’Europa (75 milioni di turchi sarebbero così liberi di muoversi nel Vecchio continente, forse già da giugno).
Secondo quanto trapelato, l’Ue avrebbe assicurato una rapida apertura unicamente del capitolo 33 nel processo di adesione della Turchia, quello riguardante il bilancio, sul quale non grava il veto di Cipro.
«Il nostro obiettivo – ha dichiarato il premier Matteo Renzi entrando giovedì al vertice a Bruxelles – è arrivare all’accordo con la Turchia sull’immigrazione ma partendo dai nostri valori e dai nostri ideali». L’eventuale accordo, ha sottolineato Renzi, deve essere «basato sui principi dell’Europa». «Va bene fare l’accordo con la Turchia – ha aggiunto – ma sia chiaro che se ci sarà, farà da precedente: le regole che saranno valide per la Turchia dovranno essere valide anche per gli altri Paesi da cui ci attendiamo flussi».
Il primo ministro britannico, David Cameron, ha invece ribadito la sua contrarietà alla concessione dei visti ai cittadini turchi per l’area Schengen. «Sosteniamo l’idea di mandare indietro i migranti arrivati irregolarmente, è una buona idea», ha spiegato, ma, ha avvisato, «la Gran Bretagna non offrirà visti liberi ai turchi» e «non prenderà più profughi, perché la Gran Bretagna ha la sua politica».