L'ICONOCLASTA

Friedman racconta Berlusconi: «Prima di tutto è un essere umano»

Pubblichiamo volentieri questo reportage, uscito oggi su Voci di Città a firma di Lorenzo Guasco, che racconta la presentazione bolognese di My Way: BERLUSCONI si racconta a FRIEDMAN. Buona lettura!

4 dicembre 2015 – Alan Friedman è un noto giornalista americano, molto attento anche alla scena politica italiana. Dopo il suo ultimo successo Ammazziamo il Gattopardo, in cui espone una riflessione sui mali del Paese e le possibili soluzioni attraverso un dialogo con le maggiori personalità politiche, ha deciso di lanciarsi in un lavoro molto complesso, che sarà certamente la scintilla per numerosi dibattiti. Nell’ottobre del 2015, infatti, nelle librerie è uscito My Way. Berlusconi si racconta a Friedman, un’approfondita biografia dell’ex Cavaliere, capace di mettere in luce aspetti ancora inesplorati di un personaggio di cui pensavamo sapere ormai tutto.

Mercoledì 2 dicembre, alla Libreria Coop, situata in via Orefici 19, Alan Friedman ha presentato la propria ultima pubblicazione rispondendo alle domande di Ettore Tazioli, direttore di TRC. Prima di addentrarsi nel cuore del contenuto, il giornalista statunitense ha spiegato come il taglio della biografia non voglia essere né agiografico né diffamatorio, ma solamente veritiero e frutto del tempo trascorso con l’ex Premier. I 18 mesi passati fianco a fianco e le oltre 120 ore di video, che saranno il materiale di un documentario in uscita nelle sale nei prossimi mesi, hanno consentito a Friedman di farsi un opinione sull’uomo che si trovava così frequentemente insieme a lui: «Berlusconi è innanzitutto un essere umano, con i suoi alti e bassi. Il sorriso e l’ottimismo sfrenati esibiti davanti alla televisione sono spesso una maschera di ciò che sta dietro, ovvero un umore oscillante tra fasi di depressione e di euforia».

Il libro ha riscosso curiosità non soltanto in Italia, ma anche all’estero. È stato infatti pubblicato in 32 Paesi, segno di come la figura di Berlusconi sia riconosciuta nel mondo, che sia nel bene o nel male. «Il Presidente del Consiglio italiano più conosciuto negli USA è senz’altro Silvio Berlusconi, anche per via del suo legame con George W. Bush» ha ricordato Friedman, rivelando come in più documenti americani emerga il ruolo di raccordo avuto dal Cavaliere fra l’Occidente e personaggi quali Putin e Gheddafi. L’autore del libro gli ha riconosciuto la lungimiranza con la quale egli si è schierato contro gli interventi militari in Iraq e Libia, missioni che hanno avuto risultati scadenti e conseguenze nefaste. L’altra faccia della medaglia degli aspetti internazionali di Berlusconi è costituita, però, dalle celeberrime gaffe che lo hanno reso celebre ovunque – e, a proposito di ciò, il giornalista ha riflettuto sul fatto che ciò sia testimonianza diretta dell’esuberante personalità dell’allora leader del Centrodestra, portando il seguente esempio: «Riguardo alla definizione di abbronzato che diede ad Obama, considerata razzista negli States, Berlusconi mi ha risposto come non fosse affatto un giudizio negativo, in quanto lui, per raggiungere quel colorito, ci deve lavorare in estate per oltre due mesi».

Una parte della vita di Berlusconi molto conosciuta dall’opinione pubblica italiana è la sua tortuosa vicenda giudiziaria. Friedman ha raccontato che su di essa egli «non si sposta mai nemmeno di un millimetro, ribadisce sempre di essere la vittima di un complotto, ordito da una magistratura politicizzata di Sinistra. Ed alla domanda se tutti i suoi 60 e oltre processi siano davvero solo delle congiure la sua risposta è stata sì».

L’ultima parte dell’incontro si è concentrata maggiormente sull’attualità e sul futuro politico italiano. Il giornalista statunitense ha riferito come Berlusconi si consideri ancora addolorato per il comportamento di Renzi, considerato «un bravo ragazzo che, tuttavia, ha tradito ogni aspettativa», e come ora stia lavorando alla ricostruzione di un Centrodestra competitivo, in grado di battere il PD nel 2018. «Proprio per questo – ha confidato Friedman – vorrebbe presto poter tornare con cadenza regolare in televisione, poiché è convinto che, in breve tempo, una sua nuova discesa in campo sia capace di riportare Forza Italia intorno al 20%». L’ultima battuta dell’incontro ha riguardato un episodio avvenuto mentre i due erano a cena ad Arcore: alle insistenti domande di Friedman sul suo futuro, Berlusconi ha risposto scrivendo su un block-notes «Me ne andrò soltanto dopo aver vinto un’altra volta».

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