L'ICONOCLASTA

Un Natale magro per gli italiani. Tre anni di recessione, vent’anni di stagnazione. Molti esasperati e rassegnati. Si potrebbe uscire dal tunnel nel 2015? Lentamente, sì. Gli auguri di Natale per l’Italia di Alan Friedman.

22 dicembre 2014 – Non è che ci sia molto da festeggiare questo Natale. Almeno così sembrerebbe per milioni di italiani, ancora alle prese con una crisi economica che dura dal 2008 e con un tasso di disoccupazione talmente elevato che rischia di danneggiare anche il tessuto sociale del Belpaese.

Ci sono milioni di italiani oramai rassegnati al declino, alla stagnazione, senza più speranza.

Sbagliano.

A chi pensa che l’Italia non ce la farà vorrei ricordare che, nonostante la pesantezza della crisi economica, gli italiani hanno da sempre la capacità di agire, di essere solidali, di fare la cosa giusta, di ottenere risultati in quei rari momenti in cui capiscono di trovarsi veramente a un minuto prima di mezzanotte, e quindi fanno uno sforzo collettivo.

L’approvazione della legge di stabilità, l’approvazione del Jobs Act, della legge elettorale e della riforma del Senato fanno parte di una svolta lenta ma corretta per l’Italia. Queste misure in sé non bastano. Le riforme della burocrazia e della giustizia, la riduzione in modo strutturalee permanente degli 80 euro ma anche le altre riduzioni dell’Irpef per il ceto medio e quelle dell’Irap per il 2015 e 2016 sono elementi della soluzione (che richiedono anche ulteriori riduzioni di spesa pubblica nei prossimi 24 mesi che coprono questa riforma del fisco). E, secondo me, nei prossimi mesi bisogna dare un segnale ai mercati finanziari, mostrare che l’Italia sta facendo qualcosa anche per affrontare il peso del debito pubblico. E poi, una volta fatto tutto questo, bisogna andare avanti con investimenti pubblici che possano stimolare la domanda interna e i consumi e creare posti di lavoro, anche se questo comporta un’interpretazione dei vincoli europei più flessibile e meno ortodossa del solito.

Si potrebbe davvero uscire dal tunnel nel 2015? Lentamente, ma sì. In questi giorni scriverò sulle prospettive dell’economia mondiale, europea e italiana per l’anno prossimo. E vedremo come possono andare le cose.

Intanto, i miei di auguri di Natale sono per un’Italia che tiene la schiena diritta, che recupera un po’ di fiducia in se stessa, nella capacità degli italiani, nelle possibilità per un grande Paese.

Non si tratta soltanto di ammazzare la mentalità gattopardesca, quella dei conservatori. Si tratta di capire come siamo davvero messi, e come agire, insieme.

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