30 ottobre 2015 –Vicenda Marino all’epilogo. Dopo la revoca delle dimissioni, presentate l’8 ottobre dal sindaco di Roma a seguito della vicenda scontrini, per la quale Marino risulta indagato, e ritirate ieri, arrivano oggi le dimissioni di più della metà dei consiglieri capitolini: ai 19 Pd e due della lista civica per Marino si aggiungono esponenti delle opposizioni arrivando così a quota 26, ovvero la metà più due, un consigliere in più di quanto necessario e far sciogliere giunta e consiglio e sfiduciare il sindaco in carica.
Le sottoscrizioni sono state raccolte da un notaio nella sede dei gruppi consiliari in via del Tritone e sono state protocollate in Campidoglio dove, alle 18e30, si è tenuta una conferenza stampa di Marino. Il senatore del Pd ed ex assessore ai Trasporti, Stefano Esposito, assicura: «Il prefetto Gabrielli potrebbe nominare subito il commissario. Entro lunedì sarà operativo». In conferenza stampa, Marino ha attaccato duramente i consiglieri capitolini, e non solo: «Una coltellata da 26 nomi ma un unico mandante». E ancora: «Vi siete sottomessi, avete preferito il notaio all’Aula».
«Stanno usando ogni strumento possibile, anche lo strumento burocratico delle dimissioni di massa, per impedire un confronto in cui ci si guarda negli occhi», aveva dichiarato Ignazio Marino non appena saputo che si era raggiunta la quota di consiglieri necessaria per sfiduciarlo.
In mattinata era arrivata la notizia dell’iscrizione dell’ormai ex primo cittadino romano nel registro degli indagati. I pm, scriveva Repubblica, che per prima ne ha dato l’annuncio, contestano i reati di peculato e concorso in falso in atto pubblico. Marino, stando a quanto si legge, avrebbe ricevuto un avviso di garanzia il 28 ottobre scorso. Inoltre, stando a quanto scrive il Corriere della Sera, Marino sarebbe finito nel registro degli indagati, questa volta per l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato, anche nel procedimento avviato nei mesi scorsi dai pm coordinati dal Procuratore, Giuseppe Pignatone, sulla “Image onlus”, fondata nel 2005 dall’esponente del Pd per fornire aiuti sanitari in Honduras e nel Congo. In questo caso l’iscrizione, stando all’articolo del quotidiano milanese, sarebbe avvenuta nei mesi scorsi. Ieri la Procura aveva smentito la notizia, diffusa poco prima dal legale di Marino, di una richiesta di archiviazione del procedimento.
La replica di Marino: «Sono indagato? È evidente che è un fatto. C’è stata una denuncia da parte di Alleanza nazionale, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle sulla base della quale io mi sono recato in Procura come persona informata dei fatti. L’iscrizione è un atto dovuto da parte della magistratura per completare le indagini e decidere se c’è una colpa o non c’è. Sono convinto della mia azione amministrativa e della mia trasparenza».