L'ICONOCLASTA

Russia-Turchia, è scontro frontale. Putin minaccia Ankara: «Provino a volare sulla Siria adesso»

17 dicembre 2015 – Non si stempera la tensione tra Mosca e Ankara dopo l’abbattimento di un jet russo da parte delle autorità turche al confine tra Turchia e Siria. Il presidente russo Vladimir Putin, nella conferenza di fine anno di fronte a quasi 1400 giornalisti accreditati, ha sparato a zero contro il governo del “sultano” Recep Tayyip Erdogan. «In Turchia vedo un processo di islamizzazione strisciante, Ataturk si starà rivoltando nella tomba», ha dichiarato riferendosi al padre della Turchia moderna, paladino della laicità. «Nessuna possibilità di appianare le relazioni con la Turchia o trovare un terreno comune con l’attuale leadership turca», ha precisato il leader russo.

Putin è fermamente convinto che l’abbattimento del jet da parte della Turchia sia stato «un atto ostile». «Se si fosse trattato di un incidente come i turchi dicono – è il ragionamento del presidente russo – uno si sarebbe aspettato delle scuse: invece sono andati dalla Nato». «Abbattendo il cacciabombardiere Su-24 – ha continuato Putin – forse la Turchia ha desiderato compiacere gli Usa» o «forse le autorità turche hanno deciso di mostrare a Usa e Ue che sono un partner affidabile».

Poi la minaccia esplicita: «La Russia ha sistemato il suo sistema di difesa aerea in Siria. Se prima l’aviazione turca violava lo spazio aereo della Siria, che voli ora». Mosca ha installato nel Paese in guerra missili antiaerei S-400.

Sull’economia, Putin si mostra ottimista, nonostante abbia ammesso che il crollo del prezzo del petrolio abbia danneggiato gravemente il Paese, costringendolo a rivedere i bilanci: «Avevamo fatto i nostri calcoli partendo da un prezzo di 100 dollari al barile, che poi si è dimezzato, e ora anche una previsione di 50 dollari per il 2016 sembra troppo ottimistica». La nostra economia, si rammarica Putin, è troppo dipendente da fattori esterni. Il presidente si mostra certo che la crisi abbia raggiunto il suo picco: «Gli investitori già tornano a mostrare interesse verso di noi.

Putin è quindi tornato sull’incontro avuto due giorni fa con il segretario di Stato usa John Kerry: «Il presidente americano Barack Obama è preoccupato per la situazione in Medio Oriente – ha detto -. Noi faremo il possibile per trovare il modo di superare questa crisi». La Russia, ha spiegato, sosterrà l’iniziativa americana di sottoporre al Consiglio di Sicurezza dell’Onu una risoluzione sulla Siria. Ma la posizione della Russia sul presidente siriano Bashar al-Assad (che Washington vorrebbe fuori dai giochi mentre Mosca ha interesse che resti saldo al potere) «non è cambiata». «Nessuno ha il diritto di imporre chi debba essere il leader di un Paese, questo spetta solo al popolo siriano», ha aggiunto il leader russo.

E sull’altro tema caldo, l’Ucraina: «La Russia – ha assicurato Putin di fronte ai giornalisti – vuole rispettare gli accordi di Minsk ma bisogna anche vedere cosa c’è scritto negli accordi». «La Russia non vuole un’escalation del conflitto in Ucraina ma la situazione non può essere risolta attraverso lo sterminio delle persone che vivono nel Donbass», ha spiegato, ammettendo poi per la prima volta la presenza di cittadini russi nella regione separatista con «compiti nella sfera militare», sottolineando però che non sono mai state inviate truppe regolari.

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