L'ICONOCLASTA

Russiagate, il figlio di Trump era stato informato in piena campagna 2016 degli sforzi del Cremlino per favorire il padre

11 luglio 2017 – Donald Trump Jr. travolto in pieno dallo scandalo Russiagate. Il 9 giugno del 2016, in piena campagna elettorale, il figlio maggiore del presidente degli Stati Uniti incontrò alla Trump Tower un’avvocata russa legata al governo di Mosca che sosteneva di possedere materiale compromettente sull’allora sfidante democratica di suo padre, Hillary Clinton. Lo scrive il New York Times, basandosi sulle rivelazioni di tre consiglieri della Casa Bianca e di altre due persone a conoscenza dei fatti.

Inoltre, riporta ancora il NYT, che cita qui tre diverse fonti, in una mail scambiata per organizzare l’incontro, Trump Jr. sarebbe stato informato in una email del fatto che il materiale faceva parte di un progetto del Cremlino di aiutare l’allora candidato repubblicano a scapito della Clinton.

L’email è stata inviata da Rob Goldstone, ex reporter britannico, che si prestò come tramite per organizzare il meeting tra l’avvocata russa, Natalia Veselnitskaya, e il primogenito di Trump. All’incontro hanno partecipato anche il genero del presidente, Jared Kushner, e l’allora numero uno della campagna di Trump, Paul J. Manafort (obbligato alle dimissioni nell’agosto 2016, una volta rese note le sue attività di lobbista per i filorussi in Ucraina).

Don Jr. ha prima sostenuto in un comunicato di aver discusso unicamente di adozioni internazionali tra Russia e Stati Uniti (bandite dal 2013 con una controversa legge del Cremlino), per poi trovarsi, dopo le rivelazioni in dettaglio del quotidiano di New York, a doversi smentire ed ammettere in un nuovo comunicato che sì, l’avvocata russa aveva detto di essere in possesso di materiale suscettibile di danneggiare la Clinton ma che – sostiene Trump Jr. omettendo ogni accenno al Cremlino, presunta fonte delle informazioni – durante l’incontro «diventò rapidamente chiaro che non aveva nessuna informazione significativa».

L’incontro ha avuto luogo una settimana prima che venisse rivelata l’intromissione di hacker russi nei server del Democratic National Committee.

L’email è di grande interesse per il dipartimento di Giustizia, che sta conducendo due separate indagini: una sulle potenziali collusioni tra la campagna di Trump e il Cremlino, che i servizi segreti ritengono all’unanimità colpevole di aver orchestrato pesanti ingerenze nelle elezioni 2016, e un’altra relativa a un presunto intralcio alla giustizia ad opera del presidente Trump, che lo scorso maggio ha licenziato il direttore dell’FBI, James Comey, impegnato nelle indagini.

Trump Jr. ha assunto un avvocato e si è detto disponibile a comparire davanti alla commissione intelligence del Senato. Il figlio maggiore del presidente, insieme al cadetto Eric, dopo aver avuto un ruolo attivo durante la campagna elettorale ha poi fatto un passo indietro, e si occupa delle società di famiglia.

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