22 giugno 2018 – «Nel giro di un anno si deciderà se esisterà ancora un’Europa unita oppure no». Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini in un’intervista al settimanale tedesco Der Spiegel in uscita domani. «Se il tutto è diventato privo di senso – si legge ancora in un’anticipazione pubblicata online – si vedrà in particolare nelle trattative sul bilancio e nel contesto delle elezioni del 2019».
Salvini ha poi ribadito che l’Italia non è disponibile ad accogliere altri migranti, e che dalla cancelliera tedesca Angela Merkel «abbiamo posizioni lontane non soltanto in fatto di immigrazione», mentre il governo francese dovrebbe «smetterla di dare lezioni agli altri».
Dopo il putiferio creato dalle affermazioni in cui proponeva un censimento su base etnica dei rom presenti in Italia e l’espulsione di quelli non in regola («i rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa»), Salvini apre quindi il fronte no-vax. «Dieci vaccini obbligatori sono inutili e talvolta dannosi», ha dichiarato ai microfoni dell’emittente toscana Radio Studio54, per poi aggiungere: «Garantisco l’impegno preso di permettere che tutti i bimbi possano andare a scuola, possano entrare in classe. Al governo siamo in due – concede – c’è un’alleanza e bisogna ragionare con gli alleati. Ho già iniziato a ragionare col ministero della Salute Grillo, ma di certo questi bambini non devono essere espulsi».
Immediata la nota della titolare del dicastero della Salute, la pentastellata Giulia Grillo, che lancia una stoccata all’iperattivo collega di governo: «Tutte le polemiche sono solo strumentali e finalizzate a creare un circo mediatico che a me non interessa alimentare. Prenderemo le decisioni opportune in accordo con gli alleati di governo, ma chiaramente si tratta di un tema che deve essere discusso anzitutto dal ministero della Salute».
«Ci fa piacere», ha continuato l’esponente dei 5 stelle, «che il ministro degli Interni si interessi di un tema così importante, così come il ministro dell’Istruzione. Voglio solo precisare che l’obbligatorietà è un argomento politico, che ha a che fare con una strategia di tipo politico. Ma le valutazioni di tipo scientifico non competono alla politica. La politica ‘non fa’ scienza, la scienza la fanno gli scienziati. La politica decide quale strumento vuole utilizzare, se vuole utilizzare l’obbligatorietà e in quale misura».
«Voglio ribadire – si legge ancora nella nota – e non mi stancherò mai di ripeterlo, che i vaccini sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria. E che in discussione a livello politico sono solo le modalità migliori attraverso le quali proporli alla popolazione. Stiamo lavorando per trovare la soluzione migliore capace da una parte di garantire la frequenza dei bambini negli asili nido e che dall’altra parte metta al centro del dibattito parlamentare la revisione dell’impianto del decreto legge Lorenzin».