L'ICONOCLASTA

Unioni civili? Sono la normalità nella maggior parte dell’Europa, così come il matrimonio gay negli Usa. L’Italia rimane un po’ indietro

29 gennaio 2016 – Ieri sera sono stato ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita e, verso la fine del programma, si è parlato di unioni civili e del ddl Cirinnà che si trova ora all’esame del Senato. Dopo la trasmissione, ho ricevuto numerose email, telefonate di amici e colleghi che si congratulavano con me per le opinioni che ho espresso nel corso della puntata.

Ma cosa ho detto di così eccezionale? Com’è possibile che in Italia, nel 2016, ancora ci si chieda se una coppia omosessuale debba avere gli stessi diritti di una coppia eterosessuale? È possibile che con tutti i problemi veri, economici e sociali, con tutti i rischi che ci prepariamo ad affrontare negli anni a venire, si litighi su una questione che riguarda l’amore?

In America la questione ha diviso la nostra società ma oramai il matrimonio gay è legge in 50 stati, anche se non piace a qualche provinciale in Alabama o nel Tennessee. Siamo nel 21esimo secolo e la questione, francamente, non deve scandalizzare più nessuno.

Per un attimo, ieri sera ho creduto di trovarmi in un programma televisivo anni Cinquanta, di quelli in bianco e nero, tanto le posizioni degli altri partecipanti al dibattito erano anacronistiche e conservatrici. Così mi sentivo nel momento in cui un Monsignore e Roberto Formigoni si sono espressi contro le unioni civili, come regolarmente fanno Bagnasco e la Cei. Old fashioned, antistorico. Perché l’Italia è rimasta così indietro?

In quasi tutto il resto dell’Europa, negli Stati Uniti, in Canada, in gran parte del Sud America, in Sud Africa, nello Stato di Israele, in parte dell’Australia, in Nuova Zelanda, tutti hanno la possibilità di formarsi una famiglia, senza distinzione di orientamento sessuale. La cattolicissima Irlanda riconosce alle persone dello stesso sesso il diritto di sposarsi e di adottare dei bambini. In Italia si sta discutendo se concedere alle coppie gay (e eterosessuali non sposate) il minimo sindacale: unioni civili e adozione dei figli del partner. Si tratta di permettere a queste persone, che scelgono di passare la vita insieme per amore, la reversibilità della pensione, permessi di lavoro per motivi famigliari, diritto di assistenza in ospedale, sgravi fiscali.

Che problema c’è?

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