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Usa, al via la convention Dem mentre scoppia un nuovo scandalo email: la leadership del partito ha ostacolato Sanders per favorire Hillary Clinton

25 luglio 2016 – Si apre oggi a Filadelfia, Pennsylvania, la convention democratica che incoronerà Hillary Clinton, la candidata che sfiderà il repubblicano Donald Trump alle elezioni presidenziali americane di novembre.

Una convention che si annuncia movimentata dopo la pubblicazione, da parte di Wikileaks, di migliaia di email che provano come i vertici del partito democratico abbiano fatto quanto in loro potere per sabotare la campagna dello sfidante democratico della Clinton, Bernie Sanders («Ho sentito dire che, in realtà, è ateo. Se si potesse far arrivare questo messaggio agli elettori, negli Stati del Sud la cosa farebbe diversi punti di differenza nel voto», si legge in una delle email). Una circostanza che il senatore del Vermont aveva già largamente denunciato durante la corsa alle primarie, ma con la pubblicazione di questi messaggi arriva la conferma: la leadership democratica non ha rispettato l’obbligo di neutralità.

E non sono bastate le dimissioni della presidente del Democratic National Committee, Debbie Wasserman Schultz, che fanno seguito alla dichiarazione di Sanders: «Deve dimettersi subito. Punto. E poi dobbiamo scegliere un altro presidente del Partito, che ci porti in una direzione diversa». E nemmeno le parole di Hillary, che si è detta assolutamente estranea ai fatti: «Sono orgogliosa della campagna che ho fatto. Sono orgogliosa della campagna che il senatore Sanders ha fatto. Sono state campagne basate su temi e non su insulti. Non so nulla al riguardo, non ho seguito». Il partito si presenta diviso all’appuntamento della convention, con migliaia di sostenitori di Sanders – che ha tuttavia dato il suo appoggio a Hillary e parlerà lunedì sera dal palco di Filadelfia – pronti a compiere marce di protesta.

Lo sfidante repubblicano Trump, che già durante le primarie aveva rilanciato le accuse di Sanders contro la Clinton, approfitta ancora delle divisioni democratiche per tentare di attirare a sé i sostenitori delusi del senatore del Vermont. «Ho grande rispetto per quello che (Sanders, ndr) ha fatto. Si stanno approfittando di lui e, francamente, il sistema è stato truccato – ha dichiarato in un’intervista alla NBC – e sono stato il primo a dire che il sistema è stato truccato a suo sfavore». E ancora: «Lui non ha mai avuto una chance. I suoi seguaci si uniranno al nostro movimento». Trump ha anche criticato la nomina del vicepresidente in caso di vittoria della Clinton: «La scelta di Tim Kaine (un cattolico “centrista”, ex governatore della Virginia, ndr) rappresenta uno schiaffo a Sanders», ha dichiarato il tycoon, cavalcando il malcontento di quegli elettori democratici che si aspettavano un candidato più a sinistra come la senatrice Elizabeth Warren, paladina anti-Wall Street.

E proprio Trump è stato tirato in ballo dal manager della campagna di Hillary Clinton, Robby Mook, che dai microfoni della Cnn ha accusato i russi di aver organizzato l’hackeraggio delle email dei vertici democratici e la loro pubblicazione alla vigilia della convention di Filadelfia per favorire la corsa alla Casa Bianca del miliardario newyorkese, che durante la sua campagna ha espresso posizioni decisamente filorusse. «Ci disturba quello che dicono alcuni esperti, secondo cui attori statali russi sono entrati nei sistemi del DNC e hanno rubato queste mail. Altri esperti ora sostengono che i russi hanno pubblicato le mail con lo scopo di aiutare Donald Trump», ha dichiarato Mook.

In questo contesto infuocato, si apre così la convention a Filadelfia. Attesissimo per lunedì sera il discorso di Bernie Sanders, da cui ci si aspetta una conferma del suo endorsement a Hillary Clinton e la richiesta di considerare alcune delle istanze contenute nella sua piattaforma, ad esempio l’università gratuita per chi proviene da famiglie con un reddito annuale inferiore ai 125mila dollari.

Insieme a Sanders, è attesa anche la first lady Michelle Obama. Mercoledì sarà il turno del presidente uscente, Barack Obama. E, sempre mercoledì, parlerà anche il magnate dei media Michael Bloomberg, ex sindaco di New York eletto con i repubblicani, che ha poi lasciato restando indipendente, e di cui si era parlato come possibile candidato presidenziale del GOP. L’endorsement di Bloomberg, che ha scelto di appoggiare l’ex segretaria di Stato contro Donald Trump, è l’unica buona notizia per Hillary in questi giorni tesi.

Photo credits: Paul Sancya, AP

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