Quali sono i potenziali effetti concreti dell’ostilità tra Trump e Musk? Che genere di danno economico o geopolitico potrebbe scaturire dall’allontanamento tra l’uomo più ricco del mondo e il controverso presidente americano?
Chi è il perdente e chi il vincente di questa guerra grottesca e sgradevole tra i due narcisisti più famosi del mondo?
Nella telenovela in corso, è ancora prematuro arrivare a una conclusione e potrebbe accadere praticamente di tutto, da un’improvvisa tregua a una battaglia più spiacevole ancora. Ciò dipende dalla ben nota instabilità del presidente paranoico e vendicativo e del miliardario tossicomane. Ecco alcune ipotesi.
La disputa è già costata a Tesla tanti miliardi di dollari persi in capitalizzazione sul mercato azionario e danni alla reputazione da cui sarà difficile riprendersi. Negli ultimi mesi, quando Musk è diventato un uomo molto odiato, le vendite internazionali di Tesla sono precipitate. Musk si è attirato l’inimicizia di milioni di consumatori su entrambe le sponde dell’Atlantico. Tesla era un brand chic e di moda. Oggi indica l’associazione con un tecno-oligarca inquietante che sostiene i partiti di estrema destra europei, spaccia propaganda filoputiniana su X, e ogni tanto fa il saluto nazista.
In ballo ci sono anche 20 miliardi di dollari in contratti del governo americano e Space X, l’appaltatore più importante per le iniziative spaziali e della Difesa, e 3 miliardi di dollari in contratti con Starlink, perlopiù per le comunicazioni militari. Senza la cooperazione di Space X, la Nasa incorrerebbe in problemi significativi per i suoi lanci e carichi di razzi. Poi, per l’ira di Trump, Tesla ha già perso svariati miliardi di dollari in sussidi per i suoi veicoli elettrici.
Musk è in una posizione di forza con la Nasa, ma altrove meno. La minaccia di Trump di cancellare i suoi contratti potrebbe arrecare seri danni al suo impero, ma non in modo fatale. Molto più grave è il crollo della reputazione, e il suo effetto a cascata sulle vendite di Tesla.
Musk è in una posizione di forza anche perché è proprietario di X, e ha 220 milioni di follower; Trump non arriva a dieci milioni. Musk ha una fortuna stimata in 350 miliardi di dollari; Trump quattro miliardi.
Se dovesse veramente lanciare un suo partito o ingaggiare una sfida a tutto campo a Trump nelle elezioni di metà mandato per il Congresso, nel novembre 2026, Musk potrebbe portare scompiglio anche nel Partito repubblicano. Invece di spendere cento milioni di dollari puntando su candidati sostenuti da Trump, come ha promesso, Musk potrebbe spenderne il doppio per una propria lista di candidati.
Le ostilità tra Musk e Trump potrebbero anche aggiungere un ulteriore elemento alla volatilità che Wall Street sta vivendo da quando, il 2 aprile, Trump ha annunciato la sua guerra commerciale contro il mondo intero. Gli stretti rapporti di Musk con la Cina potrebbero inoltre innervosire parecchio il presidente Trump.
Forse, l’impatto geopolitico più importante di questo melodramma è che indebolisce di nuovo in maniera consistente la reputazione degli Stati Uniti come leader mondiale; avversari e alleati ridono in privato di questi due uomini diventati nemici. Tutto ciò giova senza dubbio a Vladimir Putin, che sarà contento per come questo diversivo può distogliere l’attenzione dei media dalla sua guerra in Ucraina. Anche il presidente Xi Jinping, altro dittatore cinico e complesso, si rallegrerà di vedere che Washington è ossessionata da questo avvincente “teatrino politico”. Popcorn per tutti. Insomma, dallo spettacolo in corso i nemici dell’America trarranno soltanto soddisfazione.
Alcuni alleati europei dell’America potrebbero anche non essere troppo sconcertati. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz si trovava nello Studio Ovale quando è iniziata, in tempo reale, la guerra tra Trump e Musk. È riuscito a superare il trambusto mantenendo per tutto il tempo un sorriso garbato stampato in faccia. Alla fine, è apparso sollevato. Non è riuscito a ottenere risultati dalla sua missione volta a persuadere Trump ad aumentare le pressioni su Putin, ma c’era da aspettarselo.
I profondi conflitti politici interni sono connaturati da sempre al declino di un impero, e l’impero americano sta tramontando da tempo. Per quanti credono che la presidenza di Donald Trump accelererà l’annientamento dell’influenza e della leadership americana, l’affaire Musk è solo un altro passo avanti nella spirale verso l’abisso. Povera America.
Traduzione di Anna Bissanti