L'ICONOCLASTA

Accordo sul nucleare iraniano, Netanyahu al Congresso Usa: «Spiana la strada alla bomba». La Casa Bianca: «È solo retorica»

3 marzo 2015 – «È un accordo pessimo, ne facciamo volentieri a meno». Così il primo ministro d’Israele Benjamin Netanyahu di fronte al Congresso Usa, criticando senza mezzi termini l’accordo sostenuto da Stati Uniti e altri paesi (il gruppo dei 5 + 1, ovvero Usa, Russia, Francia, Gran Bretagna, Cina e Germania) sul contenimento del programma nucleare iraniano. Un’intesa che potrebbe chiudersi a giugno.

Il piano prevede una limitazione del programma nucleare iraniano – Teheran ha sempre affermato che si tratta di nucleare civile per la produzione di energia elettrica – in cambio di un ammorbidimento delle sanzioni economiche che gravano da anni sul paese mediorientale, sospettato di voler realizzare la bomba atomica.

«È solo retorica, nessuna idea nuova, nessuna alternativa concreta»: è la prima reazione della Casa Bianca all’intervento del premier israeliano davanti al Congresso americano, riportata dalla Cnn.

Un discorso attesissimo, quello di Netanyahu, che ancor prima di essere pronunciato era stato oggetto di polemiche molto accese per diverse ragioni. Innanzitutto, il premier israeliano è stato invitato ufficialmente dai Repubblicani, che hanno la maggioranza al Congresso. E lo speaker della Camera, il repubblicano John Boehner, si è mosso senza consultare né la Casa Bianca né il dipartimento di Stato. C’è chi sostiene addirittura che l’invito sia stato incostituzionale.

Secondo poi, era stato ampiamente anticipato che il premier israeliano avrebbe criticato direttamente la politica dell’amministrazione Obama sul contenimento del programma nucleare di Teheran. E come se non bastasse, Netanyahu è in piena campagna elettorale: tra due settimane in Israele si vota per le elezioni anticipate, circostanza che renderebbe la visita ancora più inopportuna.

Decine di deputati e senatori democratici in queste settimane hanno accusato i Repubblicani di aver invitato Netanyahu in modo strumentale, per mettere in imbarazzo Obama, e per questo hanno boicottato il discorso di oggi. Assente anche Obama: impegnato nella Situation room della Casa Bianca in una teleconferenza con alcuni leader europei. I Repubblicani erano tutti presenti.

Accolto da una standing ovation al suo ingresso nell’aula («È proprio quello che Netanyahu vuole che si veda in Israele», ha commentato la Cnn), il premier israeliano ha per prima cosa ringraziato il Congresso, «il più importante organo legislativo al mondo», per l’appoggio «anno dopo anno, decennio dopo decennio. Grazie America per tutto quello che avete fatto per Israele».

Poi è passato subito al sodo: «Sono qui per parlare di una questione, quella del nucleare in Iran, che minaccia l’esistenza di Israele. È una minaccia non solo per Israele, ma per il mondo intero».

Secondo il premier israeliano, le trattative in corso tra Casa Bianca e Teheran in merito al nucleare iraniano starebbero preparando un accordo che potrebbe rivelarsi molto pericoloso per Israele. «Non è vero che l’unica alternativa a questo accordo è la guerra», ha dichiarato Netanyahu, «l’alternativa a questo accordo è un accordo migliore».

«Questo accordo porta dritti verso la bomba», ha spiegato al Congresso degli Stati Uniti. «Non sarà un addio alle armi ma un addio al controllo delle armi». E ancora: «Nessuno ha più interesse di noi a trovare un accordo che limiti questa minaccia. Ma dobbiamo scegliere tra due strade: una porta a un pessimo accordo, che porta verso un Iran con le armi nucleari e quindi alla guerra. L’altra, per quanto complicata, porta a un Iran privo di armi nucleari. Se l’Iran vuole essere trattato da paese normale, si comporti da paese normale».

«Non siamo più tra le nazioni incapaci di difendersi – ha poi avvertito Netanyahu – e i soldati che difendono la nostra patria hanno un coraggio sconfinato. Per la prima volta dopo generazioni, noi, il popolo ebraico, siamo in grado di difenderci».

«Ecco perché,
come primo ministro di Israele, posso promettervi che anche se Israele dovesse restare da sola, non avrà problemi. Ma – ha poi aggiunto – so che Israele non è sola, so che l’America è con Israele». Un’affermazione, quest’ultima, che è stata salutata dai parlamentari statunitensi con un lungo applauso.

Ieri il presidente Barack Obama
aveva rilasciato delle dichiarazioni in merito all’agenzia Reuters. «Nulla di personale con Netanyahu», ma finora sull’Iran si è sbagliato: «Ha fatto ogni sorta di rivendicazione. Ha detto che l’accordo ad interim del 2013 sarebbe stato terribile e che l’Iran non avrebbe rispettato l’accordo. Niente di tutto ciò si è avverato». Il presidente ha fatto trapelare che l’accordo con l’Iran dovrebbe garantire che il paese per dieci anni non sviluppi armi nucleari. «Non c’è alternativa alle trattative che stiamo conducendo per evitare che l’Iran si procuri armi nucleari», ha aggiunto.

Luna De Bartolo

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