8 luglio 2015 – «I soldi dati alla Grecia non hanno mai raggiunto il popolo, i soldi sono stati dati per salvare le banche europee e greche. Il problema non sono questi ultimi 5 mesi, ma questi ultimi 5 anni: la Grecia è stata cavia di un esperimento di austerità che non è riuscito, questo dobbiamo dircelo. Rivendichiamo un accordo con i nostri alleati che ci porti direttamente fuori dalla crisi, che faccia vedere la luce alla fine del tunnel».
Così il primo ministro ellenico Alexis Tsipras, intervenuto mercoledì mattina di fronte ai deputati del parlamento europeo. Poi, in risposta alle critiche del tedesco Manfred Weber – «Con il referendum lei ha distrutto la fiducia in Europa. Lei ha un bilancio catastrofico, non rappresenta la speranza. Saranno la Spagna, il Portogallo, le infermiere in Slovacchia a pagare i suoi debiti. Lei ha organizzato un referendum, ora anche la Slovacchia lo vuole fare perché ne hanno abbastanza di pagare per voi», ha accusato il capogruppo del Ppe – Tsipras ha dichiarato: «Io chiedo un taglio del debito per poter essere in grado di restituire i soldi: ricordo che il momento di massima solidarietà nella Ue è stato nel 1953 quando venne tagliato il 60% del debito tedesco, dopo la Guerra».
E ancora, a chi lo accusa di aver segretamente spinto per una Grexit: «Se avessi voluto trascinare il mio paese fuori dall’euro non avrei fatto le dichiarazioni che ho fatto dopo il referendum, io non ho un piano segreto per l’uscita dall’euro e vi sto parlando davvero con il cuore in mano». Sulle riforme, Tsipras si è detto consapevole dell’esistenza di «distorsioni del passato che devono essere superate, come la questione delle pensioni. Vogliamo abolire le pensioni baby in un Paese che si trova in una situazione disastrosa. Servono le riforme, ma vogliamo tenerci il criterio di scelta su come suddividere il peso».
Atene ha inoltrato mercoledì al Fondo salva-Stati la richiesta formale di un prestito triennale per onorare le scadenze obbligazionarie e garantire la stabilità del sistema finanziario ellenico. In cambio di questi aiuti, Atene si impegna a realizzare «un piano di riforme esauriente e misure da implementarsi nelle aree della sostenibilità fiscale, stabilità finanziaria e crescita economica a lungo termine». Tra le riforme citate nella lettera, pubblicata da Bloomberg e scritta dal neo-ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos, subentrato lunedì al posto del dimissionario Yanis Varoufakis, figurano pensioni e fisco. La lista in dettaglio sarà presentata giovedì al vaglio di Bce, Fmi e Ue perché venga discussa al prossimo Eurogruppo. Le misure, promette Tsakalotos, saranno realizzate «immediatamente», a partire dalla prossima settimana. Quanto al debito, Tsakalotos scrive: «La Grecia coglie con favore l’opportunità di esplorare potenziali misure da intraprendere affinché il suo debito pubblico diventi sostenibile sul lungo periodo».
Nessuna menzione, nel documento preparato da Tsakalotos, all’ammontare degli aiuti. Secondo le stime del Fondo monetario internazionale, un piano triennale per Atene dovrebbe costare intorno ai 70 miliardi di euro.
Si tratta dell’ultima possibilità per evitare la bancarotta della Grecia e un’uscita dall’euro. Senza un accordo all’Eurosummit straordinario di domenica – al quale sono stati convocati i capi di Stato e di governo di tutti e 28 i paesi membri dell’Ue, non soltanto i 19 della zona euro – una Grexit diventerebbe la soluzione più scontata: in caso di insuccesso «abbiamo già pronto un piano dettagliato», ha detto chiaramente Juncker. «Restano solo cinque giorni per trovare un accordo: domenica è la scadenza ultima», ha ribadito il presidente del parlamento europeo Donald Tusk».
Luna De Bartolo