9 novembre 2016 – Donald Trump presidente. Controllo dei repubblicani in entrambi i rami del Congresso. E, con la futura nomina da parte del nuovo comandante in capo del successore di Antonin Scalia, maggioranza di giudici conservatori alla corte suprema. Il tycoon vince tutto: da tempo un presidente statunitense non godeva di una posizione così favorevole.
Ancora un brutale fallimento dei sondaggi. Nel corso di una notte lunghissima, Hillary Clinton, che alla chiusura delle urne veniva data vittoriosa da tutti i più prestigiosi portali con probabilità pari o superiori al 90%, ha visto ora dopo ora scemare le sue possibilità fino al capovolgimento totale della situazione di partenza.
La candidata democratica è stata battuta in quasi tutti i principali stati in bilico, dalla Florida all’Ohio, alla North Carolina. A spoglio quasi concluso, Hillary si ferma a 218 grandi elettori mentre Trump, a 279, ha già superato il numero magico di 270, ovvero la metà più uno.
«Per repubblicani e democratici è arrivato il tempo dell’unione. Dobbiamo collaborare, lavorare insieme e riunire la nostra grande nazione. Ho appena ricevuto le congratulazioni di Hillary Clinton e io mi congratulo con lei. La nostra non è stata una campagna elettorale, ma un grande movimento». Queste le prime parole di Trump, intervenuto al suo quartier generale dopo il raggiungimento dei 270 grandi elettori. E ancora: «Prometto che sarò il presidente di tutti gli americani».
Hillary Clinton è intervenuta di fronte ai suoi sostenitori la mattina dopo, le 17:30 in Italia. Gli occhi lucidi, visibilmente commossa, la candidata sconfitta si è rivolta al popolo democratico radunato in un hotel di New York: «Non è l’esito che volevamo e per cui abbiamo lavorato durante questo anno e mezzo. Mi spiace non aver vinto, ma mi sento orgogliosa per questa campagna che è stata creativa, a volta caotica, ma sempre dinamica. Questo risultato è stato il dolore più grande della mia vita. So che vi sentite delusi perché anch’io mi sento delusa e così decine di milioni di persone che hanno creduto». E ancora: «La nostra nazione è più divisa di quanto credevamo. Dobbiamo accettare questo risultato e guardare al futuro. Trump è il nostro presidente e dobbiamo dargli credito».