L'ICONOCLASTA

Grecia, Eurogruppo in salita: «Non ci siamo, Atene è poco credibile. Riunione molto difficile». Secondo stampa tedesca, Schaeuble penserebbe a 5 anni di sospensione della Grecia dalla zona euro

11 luglio 2015 – Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, starebbe considerando l’ipotesi di una sospensione della Grecia dall’euro per cinque anni. In questo arco di tempo, Atene potrebbe ristrutturare il suo debito. Lo scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung am Sonntag, secondo un’anticipazione, citando un documento del ministero delle Finanze. Tuttavia, l’ipotesi non è stata sollevata nel corso dell’Eurogruppo. Inoltre, secondo il Wall Street Journal, la Germania si sarebbe opposta a estendere la scadenza dei finanziamenti alla Grecia a 60 anni, come chiesto dal Fmi.

La manovra da 12 miliardi proposta dal premier greco Alexis Tsipras per ottenere un finanziamento da 53 miliardi – attraverso il fondo salva-Stati – costituisce «una base per il negoziato» ma serviranno «misure supplementari» per raggiungere gli obiettivi di bilancio e maggiori riforme. Questa la valutazione di Bce, Commissione Ue e Fmi alla vigilia dell’Eurogruppo. Tuttavia il conto potrebbe salire a circa 80 miliardi: secondo alcune indiscrezioni, la stima non terrebbe conto del disastrato settore bancario che necessita di capitali freschi per restare a galla.

Il parere dell’ex troika è stato inviato all’Eurogruppo, che sabato pomeriggio deciderà se dare l’ok al piano ellenico. Il vertice dei ministri delle Finanze Ue è tuttavia partito in salita, e alla fine la decisione potrebbe essere rinviata ai capi di Stato e di governo, che si riuniranno domenica per un Eurosummit straordinario. «Non ci siamo ancora – ha spiegato il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, entrando alla riunione – sia sulla sostanza, in termini di politica fiscale e di riforme economiche, sia per quanto riguarda la fiducia, che è stata minata profondamente. Questo è un vero problema, ci sono tra i ministri molte preoccupazioni. Sarà una riunione particolarmente difficile».

Ancora più pessimista il minsitro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, secondo il quale i negoziati tra i ministri della zona euro saranno «eccezionalmente difficili», che le proposte greche «non sono sufficienti», e che «il buco di finanziamento è elevatissimo». «Non vedo come potremo raggiungere facilmente un accordo: il Governo greco ha fatto di tutto per minare la fiducia», è l’affondo di Schaeuble, che ha poi ribadito la sua posizione inflessibile su un possibile taglio del gigantesco debito ellenico: «Sappiamo che un taglio del debito pubblico non è possibile secondo i Trattati». Getta acqua sul fuoco il ministro delle Finanze italiano Pier Carlo Padoan, che tuttavia è consapevole di come le trattative non saranno facili ma «siamo qui con uno spirito costruttivo». «Il cammino – ha spiegato Padoan – non è facilissimo ma sicuremente ce la metteremo tutta». Oggi, ha precisato, «non siamo qui per concludere un accordo, ma per verificare se ci sono le condizioni per avviare un negoziato».

È abbastanza tranquillo il neo ministro delle Finanze ellenico, Euclid Tsakalotos: «Non c’è ancora nulla di ufficiale, ma dai primi segnali delle istituzioni direi che sono piuttosto fiducioso che possiamo raggiungere un accordo». Tuttavia, confida, resta ancora da vedere «la posizione di alcuni Paesi come la Germania, ma vedremo. Sono moderatamente ottimista».

Nella notte di venerdì, intorno alle 2 di mattina, il parlamento greco ha dato il via libera (con 251 sì, 32 no e 8 astenuti) a una mozione che permette al piano di riforme del governo di essere usato come base per negoziati con i creditori internazionali. Tra i membri di Syriza, in 17 hanno scelto di non appoggiare il governo: in due hanno votato negativamente, gli altri erano assenti – come il ministro delle Finanze uscente, Yanis Varoufakis – o si sono astenuti.

«L’accordo non è ciò che avevamo promesso, e neppure ciò in cui crediamo – ha dichiarato Tsipras all’assemblea -. Dobbiamo avere il coraggio di ammettere che il programma che ci viene chiesto è molto difficile da accettare, ma è pur sempre migliore di quello precedente. I sei mesi di questo governo sono stati sei mesi di guerra. Abbiamo combattuto, abbiamo perso e insieme abbiamo vinto. Non posso nascondervi che la situazione è difficile, tremenda per la nostra società. Siamo a un passo dal fallimento, questo accordo almeno ci restituisce dignità. Per la prima volta non avremo più Troika, avremmo davanti tre anni di tranquillità che potrebbero attirare gli investitori, darci respiro e stabilità. Non svendo il Paese».

Photo Credits: AP/Francois Walschaerts

Luna De Bartolo

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