L'ICONOCLASTA

Dopo un weekend di svolta nella politica italiana, Renzi avanza. Alfano gioca la partita della sua vita (politica). Berlusconi appare sereno. E l’economia, la crescita? La legge di stabilità?

27 ottobre 2013 – Questo fine settimana ha probabilmente segnato un punto di svolta nella politica italiana.

Ora Renzi avanza, come candidato alla Segretaria e come prossimo candidato del Pd per Palazzo Chigi. Cuperlo, l’uomo cupo di D’Alema, è quasi invisibile. Berlusconi sembra sereno. Alfano appare evanescente.

C’è la sensazione di trovarsi in fase pre-elettorale, con l’intensificarsi della discussione sulla nuova legge, sul proporzionale e sul maggioritario. Sintomatica la battuta di Renzi: «C’è tanta voglia di proporzionale. Ma noi la voglia di proporzionale la facciamo passare».

Ed effettivamente, spero che non si torni al Mattarellum o a qualche proporzionale del passato, in cui ogni poveraccio riesce a stare nel suo orticello con 2 o 3 percento di voti. Un maggioritario in ogni collegio sarebbe la cosa giusta.

Mentre emerge Renzi, un Renzi che dice «Mai più le larghe intese», e si moltiplicano le fibrillazioni nel Palazzo, nel centrodestra Angelino Alfano appare cupo e quasi invisibile come Cuperlo, l’altro battuto in questo weekend importante. Perché questo è stato anche il weekend in cui Silvio Berlusconi ha preso il vicepremier in contropiede, e il delfino ingrato si è trovato improvvisamente un po’ meno rilevante di prima nelle sorti del suo partito, un po’ evanescente sulla scena della politica italiana.

La domanda chiave è se rischi di fare la fine di Gianfranco Fini o meno. Alfano si trova improvvisamente davanti a una scacchiera, contro un avversario che conosce molto bene le regole del gioco. E già oggi, dopo aver dichiarato che «la prima frase di qualsiasi documento dovessi trovarmi a sottoscrivere sarebbe il riconoscimento della leadership di Silvio Berlusconi», il vicepremier sembrerebbe esprimere una rinnovata supremazia del Cavaliere. Vedremo nelle prossime settimane se la nuova Forza Italia riuscirà a restare compatta.

Intanto, la questione del voto sulla decadenza di Berlusconi torna ad avere un peso considerevole, ma pesa anche la legge di stabilità, quella bozza incompiuta e (finora) insufficiente.

L’urgenza di chi ci governa dovrebbe essere di mettere in campo delle misure che ci facciano agganciare la ripresa economica (anche se è debole) e che promuovano la crescita e l’occupazione. Crescita e lavoro.

Ma siamo giunti a un momento decisivo, in cui Renzi si sta affermando come un leader e Berlusconi sta ridimensionando Alfano. O almeno sembra. E il risultato di tutto questo potrebbe portarci, più prima che poi, alle urne.

La priorità, però, anche se c’è in corso un riposizionamento dei contenders nello scacchiere della politica italiana, deve restare la modifica e l’approvazione di una legge di stabilità che ci aiuti ad agganciare la ripresa. Almeno questo.

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