L'ICONOCLASTA

Draghi’s Big Bazooka. Il presidente della Bce gioca il tutto per tutto e tira fuori le armi per la guerra contro la deflazione e la stagnazione

L’Europa è a rischio, Italia compresa. Mentre al G7 si parla di Ucraina, c’è un spettro che aleggia sopra il vecchio continente, e si chiama deflazione: la spirale negativa di prezzi che potrebbe rappresentare una minaccia insidiosa per l’Italia, paese con sovrappeso di debito pubblico, i famosi 2,100 mld che rappresenteranno il 135% del Pil a fine anno.

La crescita non c’è, la ripresa non c’è se non fievolissima. Siamo in una fase di long-term stagnation o, se preferite, un periodo prolungato di stagnazione economica. Il tasso elevatissimo di disoccupazione sta diventando strutturale. I giovani sono “scoraggiati” e quindi il mercato del non-lavoro si allarga. Quasi 10 milioni di italiani sono in questo buco nero e senza speranza.

Renzi ora deve accelerare sulle riforme, quelle fondamentali e radicali per il mercato del lavoro, burocrazia (P.a.), fisco, giustizia civile, pensioni. E deve anche affrontare la questione del debito.

O si fa una ristrutturazione radicale del debito in partnership con altri cinque paesi europei, come suggerisce la Reichlin, o bisogna usare il patrimonio pubblico per ridurre il debito. Non basta rinegoziare il Fiscal Compact. Per la salute dell’Italia bisogna davvero abbattere il debito, non in modo solo cosmetico come pensavano di fare Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni.

Fra meno di due ore vedremo cosa dice Draghi. Tagli di interesse, sì. Quantitative easing, cioè immissione di liquidità, forse. Un programma per le banche che serva a sbloccare linee di credito per le piccole imprese in difficoltà in mezz’Europa, credo di sì.

Dalle 14,30 sarò su twitter a commentare Draghi in diretta.

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