L'ICONOCLASTA

G20, PADOAN: «La crescita dell’Italia sta accelerando. Nel 2015 avremo tutta l’Eurozona in crescita». E sulla Grecia: «Siamo agli inizi di un percorso che alla fine sarà positivo». Decisivo l’Eurogruppo. Ma SCHAEUBLE frena: «Non avremo un nuovo programma domani».

10 febbraio 2015 – «La nostra crescita accelera. Nel 2015 avremo tutta l’Eurozona in crescita positiva». Così il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a margine del G20 di Istanbul.

«La mia sensazione – ha poi aggiunto riferendosi alla Grecia – è che siamo agli inizi di un percorso che alla fine sarà positivo». «Credo nello sforzo di tutti per trovare un terreno comune e una soluzione» allo stallo attuale sul debito greco.

Il ministro ha quindi frenato sulle indiscrezioni circa il piano che Atene dovrebbe presentare domani all’Eurogruppo di Bruxelles. «Non ho visto nessun documento, nessun provvedimento del governo greco, ufficiale o ufficioso. Non commento le indiscrezioni, anche per rispetto nei confronti dei miei colleghi».

Anche il governatore di Bankitalia Ignazio Visco è intervenuto sulla questione Grecia dal G20 di Istanbul

, ricordando come l’andamento dei mercati, con lo spread sotto i 130 punti, provi che il rischio di contagio per l’Italia da parte di Atene sia oggi «molto più basso» rispetto al 2011-2012. «Le misure prese dall’Europa – ha aggiunto – hanno convinto i mercati che l’Unione monetaria non è solo un sistema di cambi fissi ma una vera unione». Sull’ipotesi ‘Grexit’, ovvero l’uscita della Grecia dall’euro, Visco è netto: si tratta di «una domanda che non è nemmeno il caso di porre».

Severo invece l’altolà del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, che a margine del G20 ha negato categoricamente che ci sia un accordo con il governo greco in dirittura d’arrivo grazie alla mediazione dell’Ocse. Indiscrezioni nel pomeriggio avevano fatto intravedere la possibilità, da parte di Bruxelles, di concedere una proroga di sei mesi ad Atene per i debiti in scadenza. Secca la smentita di Schaeuble: «Sono sbagliate le notizie secondo le quali la Grecia potrebbe avere altri sei mesi per rinegoziare il debito». «Non avremo un nuovo programma domani», ha dichiarato sicuro, raffreddando le speranze circa un accordo risolutivo nel corso dell’Eurogruppo di domani, che possa regolarizzare la situazione in Grecia.

L’agenzia Reuters fa intanto sapere che il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il premier greco Alexis Tsipras dovrebbero avere un colloquio telefonico in giornata, alla vigilia dell’Eurogruppo, dove si tenterà di trovare un accordo temporaneo per la Grecia, il cui piano di bailout scade a fine mese.

Proprio ieri, la cancelliera tedesca Angela Merkel si era dichiarata in attesa di «un piano sostenibile da parte della Grecia». Rispondendo a una domanda sulla crisi ad Atene, Angela Merkel ha poi ricordato che mercoledì ci sarà l’incontro decisivo dell’Eurogruppo: «Quello che conta – ha spiegato – è quello che la Grecia metterà sul tavolo» dei negoziati «a quella riunione o nei giorni successivi». La Merkel ha rilasciato queste dichiarazioni ieri, nel corso della conferenza stampa a conclusione di un incontro alla Casa Bianca con il presidente Usa Barack Obama.

Obama spinge per un compromesso tra Atene e i suoi partner europei: «Aspetto di ascoltare dalla cancelliera la sua valutazione su come l’Europa e il Fmi possano lavorare insieme col nuovo governo greco per trovare il modo grazie al quale la Grecia possa tornare a una crescita sostenibile nell’Eurozona».

Il presidente americano si era già pronunciato diverse volte in favore di un allentamento delle politiche di austerity in Europa. Proprio pochi giorni fa, in un’intervista alla Cnn, Obama aveva detto a proposito della Grecia: «Non si può spremere un paese con un’economia depressa».

Anche al G20 – il vertice dei ministri delle Finanze e dei banchieri centrali dei 19 paesi più industrializzati al mondo (più l’Unione europea), in corso a Istanbul, in Turchia – gli Stati Uniti si stanno spendendo per convincere i partner europei a trovare un punto di incontro con Atene sulla questione del debito, per timore che questa situazione di stallo danneggi l’economia globale. L’aveva rivelato il Financial Times, citando alti funzionari europei e americani.

Domenica erano arrivate anche le dichiarazioni, forti, dell’ex presidente della Fed (la banca centrale Usa) Alan Greenspan, che nel corso di un’intervista alla Bbc si è detto convinto che la Grecia «alla fine lascerà» la moneta unica. La permanenza di Atene nell’eurozona, ha spiegato, «non credo aiuti né loro né l’eurozona. È solo una questione di tempo prima che tutti riconoscano che l’uscita è la strategia migliore».

Ancora più netto il giudizio di Greenspan sul futuro stesso della moneta europea: «Il problema è che non c’è nulla che possa farmi immaginare una continuazione dell’euro, almeno finché tutti i membri dell’eurozona non diventeranno politicamente integrati: la sola integrazione fiscale – è la conclusione dell’ex numero uno della Fed – non sarebbe abbastanza».

Il premier greco Alexis Tsipras domenica sera aveva dimostrato di non voler retrocedere nemmeno di un centimetro: «Mi impegno a rispettare in pieno il programma del partito con cui ho vinto le elezioni», ha dichiarato di fronte al parlamento ellenico. Il memorandum, ha aggiunto, «è fallito da solo. Il nostro governo non deve chiedere il suo prolungamento: chiede un nuovo accordo-ponte sino a giugno per rinegoziare il suo debito. La Grecia vuole un accordo sostenibile con i partner e, ad essere sincero, sono sicuro lo raggiungeremo».

Sabato, però, il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem aveva escluso categoricamente la possibilità che la Grecia possa beneficiare di un prestito ponte: «I paesi dell’aerea euro non concederanno alla Grecia un prestito ponte per tenerla a galla mentre il governo del premier Tsipras tenta di rinegoziare i termini di un nuovo accordo finanziario con l’Ue».

Lo show-down ci sarà probabilmente domani sera, quando a Bruxelles si riuniranno i ministri delle Finanze della zona euro per una riunione straordinaria sulla Grecia.

Intanto, pace fatta tra il ministro delle Finanze italiano, Pier Carlo Padoan, e il suo omologo greco Yanis Varoufakis. In un’intervista andata in onda l’altro ieri sera su Rai 3, nel corso del programma PresaDiretta, Varoufakis aveva rilasciato dichiarazioni molto pesanti: «Funzionari italiani mi hanno detto che non possono dire la verità. Anche l’Italia è a rischio bancarotta ma teme ritorsioni da parte della Germania». Secca e immediata la smentita di Padoan: «Il nostro debito è sostenibile, le parole di Varoufakis sono fuori luogo».

Ieri mattina, al vertice dei G20 di Istanbul, i due ministri hanno avuto l’occasione di confrontarsi: «Ci siamo chiariti – ha spiegato Padoan – e l’obiettivo è trovare una soluzione condivisa con la Grecia». Padoan ha anche puntualizzato che il debito italiano non è sul tavolo dell’Eurogruppo e ha smentito che l’Italia sia a rischio contagio dalla Grecia, aggiungendo che il quadro economico italiano potrebbe «riservare sorprese positive». Padoan ha invitato la Grecia a fare una proposta «concreta» all’Eurogruppo di mercoledì.

Luna De Bartolo

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