Dal blog di Paul Krugman sul New York Times.
Da sempre, gli economisti che hanno studiato la Great Depression hanno evidenziato come i responsabili delle politiche economiche debbano, soprattutto, fare attenzione a non provocare un altro 1937, riferendosi a quell’anno disastroso in cui Franklin D. Roosevelt provò prematuramente ad arrivare al pareggio di bilancio e la Fed tentò altrettanto prematuramente di normalizzare la politica monetaria, interrompendo la ripresa dei quattro anni precedenti e accompagnando l’economia verso un’altra ripida discesa.
Sfortunatamente, questi avvertimenti sono stati ignorati. È vero, la Fed ha quantomeno tenuto testa agli inflationistas, che domandavano insistentemente una restrizione monetaria; ma le sue azioni sono state a dir poco ostacolate da questo “coro”. La Bce ha effettivamente aumentato i tassi per un periodo, e lo stesso ha fatto la Riskbank in Svezia. E l’austerità fiscale, guidata dalla paura di invisibili speculatori (e giustificata dalla fede nella fatina della fiducia), era la regola ovunque, sebbene questa tendenza fosse peggiore in Europa.
E ora le cose stanno precipitando ovunque. A dire il vero l’Europa ha già avuto il suo 1937, con la sua scivolata in una doppia recessione; ma ora sembra in procinto di viverne un altro. E l’intera economia mondiale si sta rapidamente indebolendo.
Ora abbiamo un altro segnale: proprio oggi il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni è sceso al di sotto del 2 per cento. È leggermente risalito mentre sto scrivendo, ma tutti i segnali di mercato stanno dicendo che, ancora una volta, il grande rischio è quello della deflazione o quantomeno di un’inflazione molto al di sotto degli standard.
Spero che la Fed la smetta per un po’ di parlare di exit strategy (ovvero la prospettiva di una politica monetaria più restrittiva, ndr). Non siamo per niente fuori della Lesser Depression.
(Traduzione di Luna De Bartolo)
VIA/ The New York Times