13 luglio 2015 – È stato uno dei vertici più lunghi della storia. Diciassette ore di colloqui per raggiungere un accordo che mettesse d’accordo Grecia e creditori. Il primo a darne l’annuncio, su twitter, è stato il primo ministro belga Charles Michel con una sola parola: «Accordo». Poi è arrivata la conferma da parte del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk: «L’Eurosummit ha raggiunto un accordo all’unanimità. È tutto pronto per un programma Mes per la Grecia con riforme serie e supporto finanziario».
«Abbiamo evitato la Grexit, obiettivo per il quale ci siamo sempre battuti», è stato il primo commento del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, al termine dell’Eurosummit fiume. «Non credo sia un accordo umiliante per i greci, e non credo che altri europei perderanno la faccia, è un tipico accordo europeo».
Un braccio di ferro tra Germania (alla guida dei paesi dell’Europa del nord) e Grecia (appoggiata in particolare da Francia e Italia) che alla fine ha portato a concordare un pacchetto di aiuti da 85 miliardi a dure condizioni, tra le quali l’istituzione di un fondo di privatizzazione da circa 50 miliardi che avrà però sede ad Atene (e non in Lussemburgo, come proposto dal ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, nel corso dell’Eurogruppo). E, cosa non da poco, il ritorno della troika ad Atene: tutte le nuove misure intraprese dal governo greco dovranno essere concordate con le tre istituzioni (Bce, Ue e Fmi) prima di essere sottoposte al parlamento nazionale. La Grecia ha fatto di tutto per tenere fuori il Fondo dal nuovo accordo, ma senza successo. «È stata una notte laboriosa, ma penso che sia un buon passo avanti per riportare fiducia, a ci saranno molti altri passi da fare, sono sicura, che potranno essere effettuati solo attraverso il mantenimento degli impegni assunti», ha dichiarato la presidente dell’istituzione di Washington, Christine Lagarde.
Le principali riforme accettate da Tsipras (pensioni, Iva e tagli di spesa) dovranno essere approvato dal parlamento ellenico entro mercoledì, quando sarà convocato un nuovo Eurogruppo. Già lunedì sarà discussa la possibilità di un prestito ponte per far fronte alle necessità finanziarie più urgenti di Atene.
Dopo il voto greco, altri parlamenti europei (in Finlandia, Germania, Austria, Olanda, Slovacchia e Estonia) dovranno dare il loro via libera al nuovo piano di aiuti per Atene. Angela Merkel si dice «pienamente convinta» che il Bundestag si pronuncerà favore di nuovi negoziati. La cancelliera tedesca ha poi aggiunto che l’Eurogruppo è pronto a considerare l’estensione delle maturità del debito greco ma un «haircut nominale» è fuori discussione».
Il premier greco Alexis Tsipras ha difeso l’accordo, evidenziando le grandi difficoltà incontrate e le dure decisioni che ha dovuto prendere. Tuttavia, ha sottolineato che grazie a questa intesa la Grecia potrà tornare a camminare sulle proprie gambe. Inoltre, Tsipras ha puntualizzato di essere riuscito a persuadere i leader a non spostare in Lussemburgo il fondo da 50 miliardi di asset greci. Inoltre, Tsipras ha spiegato di aver guadagnato un finanziamento di medio termine e un potenziale alleggerimento degli oneri del debito. «Le misure sono recessive – ha ammesso il premier ellenico – ma speriamo che scaccino il timore di una Grexit, cosa che dovrebbe incentivare l’affluenza di nuovi investimenti nel paese».
Photo credits: John Macdougall/AFP/Getty Images
Luna De Bartolo