8 giugno 2016 – Hillary Clinton entra nella storia: a 240 anni dalla loro nascita, gli Stati Uniti d’America hanno il loro primo candidato alla presidenza donna per uno dei due partiti nazionali. Lo rivendica con forza l’ex segretaria di Stato, al termine dell’ultimo Super Tuesday di queste primarie e prima della Convention di luglio, che con ogni probabilità la lancerà contro Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca.
Si votava in sei stati: California, New Jersey, Montana, North Dakota, South Dakota e New Mexico. Hillary ha vinto in quattro stati, California inclusa (lo stato più popoloso, con tanti delegati in palio), spazzando così via ogni dubbio circa la sua nomina di diritto a candidata democratica per le elezioni presidenziali che si terranno il prossimo novembre.
Proprio in California, dove i sondaggi avevano dato fino all’ultimo un testa a testa tra l’ex first lady e lo sfidante Bernie Sanders, Hillary, con il 76% di schede scrutinate, è invece saldamente in testa con 15 punti di vantaggio. Una vittoria molto importante, non solo perché di peso ma a livello simbolico. Alla Clinton vanno anche il New Jersey, il Montana e il South Dakota.
Raggiante, in completo bianco, Hillary Clinton ha parlato di fronte ai suoi supporter a Brooklyn: «Insieme ce l’abbiamo fatta, abbiamo posto una pietra miliare nella nostra storia. Per la prima volta una donna è la candidata di un partito per l’elezione a presidente degli Stati Uniti. Mi congratulo con Bernie Sanders: la sua campagna elettorale è stata incredibile. Milioni di voti, soprattutto tra i più giovani. Il confronto che abbiamo avuto sarà un valore aggiunto per il Partito democratico». E ancora: «La vittoria di questa sera non è di una sola persona, ma appartiene a generazioni di donne e uomini che hanno combattuto e fatto sacrifici affinché questo fosse possibile». Poi l’appello: «Ora serve l’impegno di tutti gli americani, di chi ha votato per me, per il senatore Sanders o per uno dei candidati repubblicani».
Sanders ne esce certamente un poco ridimensionato dopo il risultato in California, lo stato più avanzato di tutto il paese, ma resta in ogni caso una voce forte, che non è più possibile ignorare: la sua battaglia per spostare il Partito democratico più a sinistra è stata vinta a suon di voti, tantissimi voti. «Il prossimo martedì continuiamo la lotta per vincere le primarie a Washington Dc (l’ultimo voto prima delle elezioni di novembre, ndr) e poi porteremo la nostra lotta per la giustizia sociale, economica, razziale, a Philadelphia (alla Convention di luglio, ndr). So che è una lotta dura, ma continuiamo a lottare per ciascun voto e ciascun delegato», ha dichiarato il senatore del Vermont.
Il presidente uscente Barack Obama ha telefonato nella notte a entrambi gli sfidanti, congratulandosi con la Clinton ed esprimendo stima a Sanders. Quest’ultimo ha chiesto un colloquio alla Casa Bianca: Obama e il senatore del Vermont si vedranno domani, giovedì 9 giugno.
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