L'ICONOCLASTA

Hollande e Renzi hanno sorriso ma non hanno accolto le richieste di Tsipras. Parigi e Roma sono d’accordo con Draghi: la Bce non deve accettare titoli greci come garanzia in cambio di liquidità. Schäuble fa il duro mentre Varoufakis va in giro in Germania parlando del nazismo. Lo Tsipras-Varoufakis Show è stato deludente.

6 febbraio 2015 – La Francia e l’Italia vogliono combattere il rigore e favorire la crescita. Giusto. Ma Hollande e Renzi hanno detto bene quando hanno ritenuto giusta la scelta della Bce di chiudere il rubinetto ad Atene.

A mio avviso lo Tsipras-Varoufakis Show di questa settimana è stato deludente, un flop. Stanno esagerando.

Il duo ha usato un approccio sofisticato nella metodologia e nella tattica, ma non ha funzionato. Ben fatta la pianificazione: le visite prima da governi amici di centro-sinistra come la Francia e l’Italia, e la loro proposta sul debito illustrata attraverso interviste mirate al Financial Times e a Die Zeit in Germania. Sorrisi e charme. Ma allo stesso tempo Tsipras e Varoufakis hanno insistito con la loro retorica pesante, le loro minacce e talvolta le loro stupidaggini. Per esempio, che cosa pensava di ottenere Varoufakis andando in giro per la Germania, dopo la riunione-impasse con Schaeuble, a parlare del nazismo? Varoufakis ha voluto sottolineare il fatto che i tedeschi furono umiliati e costretti a ripagare i debiti durante la depressione negli anni Trenta e che questo ha portato Adolf Hitler al potere. E che in Grecia il terzo partito è nazista, Alba Dorata. Quindi, in sostanza, questo è il messaggio di Varoufakis ai tedeschi: “Se non ci date un po’ di soldi ci sarà il nazismo presto in ascesa in Grecia”. Che stile, Varoufakis!

Anche se la maggior parte della loro retorica è per un “uso domestico” e attraverso la stampa ellenica, Tsipras e Varoufakis in Europa hanno veramente esagerato. La partita a poker è andata storta nel momento in cui la Bce ha spiegato che non era interessante avere come collaterale per nuovo denaro le obbligazioni spazzatura di un governo che in questo momento sta minacciando di non rispettare i suoi debiti.

Tsipras e Varoufaks quindi non sono riusciti a essere abbastanza credibili e convincenti nei cancellierati europeei durante la loro tournée. Non solo a Berlino, ma idem a Londra e Parigi e a Roma. L’unica differenza era che a Parigi e a Roma hanno avuto parole di incoraggiamento e sorrisi calorosi mentre a Londra e Berlino l’aria è stata più gelida.

Alla fine non avevamo bisogno di Tsipras e Varoufakis per ricordarci che la politica del rigore del passato deve cambiare. Siamo quasi tutti d’accordo che l’Europa ha bisogno di una serie di stimoli e politiche economiche a favore della crescita e l’occupazione. Ma Tsipras e Varoufakis vanno ben oltre questo. Fanno provocazioni, sperando di alzare l’asticella. Ma non sta funzionando.

In questi giorni Tsipras e Varoufakis sembrano più che altro degli ex-manifestanti no-global nella loro retorica ma anche nei fatti, troppo estremisti e troppo populisti. Alla fine Syrizia non è altro che la manifestazione in Grecia di un fenomeno politico che sta accadendo pure in Spagna con Podemos e in Francia con Le Pen, e cioe l’ascesa in popolarità di partiti demagogici che sfruttano la rabbia e la frustrazione di gente che ha sofferto durante questa prolungata crisi economica. Non credo che bisogna sognare in futuro un’ Europa governata da Syrizia, Podemos e il Front National. Ma ci sono già in Grecia, e probabilmente vincerà Podemos in Spagna quest’anno, e poi Marine Le Pen potrebbe farcela nel 2017.

Intanto, tornando alla crisi del debito greco io credo che avremo davanti a noi ancora qualche settimana di psicodramma finanziario, un periodo di incertezza nei prossimi giorni e settimane che ci porterà un po’ di volatilità nei cambi e un po’ di montagne russe sui mercati borsistici. Non temo un Grexit. Invece credo che si arriverà a qualche sofferto compromesso e si cercherà di fare buon viso a cattivo gioco.

Per quanto riguarda il debutto europeo del team Tsipras-Varoufakis dovrei usare due parole in inglese: not impressed.

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