1 giugno 2018 – A quasi tre mesi dalle elezioni, l’Italia ha un governo. Il nuovo premier, il professor Giuseppe Conte, ha giurato nelle mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. I 18 neoministri si sono quindi presentati davanti al capo dello Stato per pronunciare la formula di rito («Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione»). Il nuovo esecutivo è ora nella pienezza dei suoi poteri.
Il nuovo premier si è quindi recato a Palazzo Chigi per la tradizionale cerimonia che ha visto il passaggio di consegne tra Paolo Gentiloni e Giuseppe Conte, attraverso la consegna della campanella con cui il premier apre e chiude i lavori del Consiglio dei ministri.
«È stato raggiunto l’accordo per un governo politico M5S Lega con Giuseppe Conte Presidente del Consiglio». Così, in una nota congiunta, Luigi Di Maio e Matteo Salvini avevano annunciato giovedì sera la nascita dell’esecutivo.
La squadra dei ministri – Alla guida del Mef, il preside della facoltà di Economia di Tor Vergata, Giovanni Tria. Il professor Paolo Savona, su cui si era arenato il precedente tentativo, ottiene il dicastero degli Affari europei. Poi Enzo Moavero Milanesi (ex ministro per gli Affari Europei nel governo Monti, candidato non eletto con Scelta civica) agli Esteri, Elisabetta Trenta (M5S) alla Difesa, Matteo Salvini (Lega) agli Interni, Di Maio (M5S) al Lavoro e Sviluppo economico, Riccardo Fraccaro (M5S) ai Rapporti con il parlamento e alla Democrazia diretta, Giulia Buongiorno (Lega) alla Pubblica amministrazione, il generale Sergio Costa (tecnico vicino al M5s) all’Ambiente, Erika Stefani (Lega) agli Affari regionali e alle autonomie, Lorenzo Fontana alla Famiglia e Disabilità (Lega), Alfonso Bonafede (M5S) alla Giustizia, Gianmarco Centinaio (Lega) alle Politiche agricole, Danilo Toninelli (M5S) alle Infrastrutture, Marco Bussetti (tecnico vicino alla Lega) all’Istruzione, Alberto Bonisoli (tecnico vicino al M5s, già candidato alla Camera ma non eletto) ai Beni culturali e Turismo, Giulia Grillo (M5S) alla Sanità e Barbara Lezzi (M5S) al Sud. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti (Lega). Sette sono i pentastellati, cinque i leghisti, a cui va aggiunto il sottosegretario Giorgetti, e sei i tecnici. Solo 5 le donne, di cui tre senza portafoglio.
Carlo Cottarelli, incaricato dal capo dello Stato, di fronte al protrarsi della crisi politica, di formare un governo tecnico che portasse il Paese a nuove elezioni, ha rimesso l’incarico.
«Non risulta più necessario un governo tecnico quindi ho rimesso il mio mandato. Ringrazio le persone che si erano rese disponibili a far parte di questo governo tecnico e ringrazio i dipendenti della Camera che mi hanno aiutato. Sono onorato di aver servito il Paese. La formazione di un governo politico è di gran lunga la migliore soluzione per il Paese, esprimo quindi i miei auguri di cuore al governo che verrà», ha dichiarato Carlo Cottarelli in conferenza stampa, le cui parole sono state applaudite, fatto insolito, dai giornalisti presenti in sala.