22 settembre 2015 – L’Europa dice sì. Gli Stati membri Ue si ripartiranno tra loro 120mila migranti entrati nel Vecchio Continente attraverso l’Italia e la Grecia, nonostante secondo la Convenzione di Dublino spetterebbe proprio a Italia e Grecia (in quanto paesi d’ingresso) l’onere di ricevere le richieste di asilo. La decisione comprende anche i 54mila richiedenti a cui l’Ungheria ha rinunciato e se la Commissione Ue non proporrà entro 12 mesi da chi ricollocarli, questi saranno redistribuiti da Italia e Grecia.
Il piano è stato approvato a maggioranza qualificata, con il voto contrario del «Blocco dell’Est» (Ungheria, Romania, Repubblica Ceca e Slovacchia) e l’astensione della Finlandia. La votazione si è resa necessaria vista l’impossibilità di trovare una soluzione che mettesse d’accordo tutti i paesi.
Una decisione importante ma, tuttavia, i numeri appaiono troppo esigui se, come annunciato dall’Ocse, nel 2015 l’Europa sarà la meta d’arrivo di un milione di persone in fuga da guerre e povertà. «L’Europa raggiungerà nel 2015 un livello senza precedenti di richiedenti asilo e rifugiati, salendo fino a un milione di procedure d’asilo. L’attuale crisi umanitaria è senza precedenti. I costi umani sono spaventosi e inaccettabili», scrive l’organizzazione nel documento sulle prospettive migratorie presentato oggi a Parigi. «I dirigenti europei – commenta il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria – non possono permettersi di avere paura». «La crisi dei rifugiati – ha aggiunto – non è una di quelle crisi su cui si può fare finta di niente».
Che 120mila ricollocamenti siano una goccia nel mare lo pensa anche il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker: «Siamo ridicoli data la grandezza del problema. Mi chiedo se i libanesi o i giordani – ha dichiarato Juncker citando due paesi che accolgono alcuni milioni di rifugiati – capiscono quello di cui stiamo parlando».