L'ICONOCLASTA

Grecia, rimpasto dei negoziatori, commissariato il “dilettante” Varoufakis dopo l’eurogruppo teso di Riga

27 aprile 2015 – Dopo un eurogruppo caratterizzato dal nervosismo e dall’esasperazione dei partner europei nei confronti dell’esecutivo a maggioranza Syriza, quello di venerdì scorso a Riga, Tsipras corre ai ripari e, nel corso di una riunione con i responsabili finanziari del suo gabinetto – cui hanno partecipato il vice premier Yannis Dragasakis, il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis e il vice ministro per le Relazioni Economiche Internazionali Euclid Tsakalotos –, inaugura una nuova strategia per rompere lo stallo in cui si trovano da settimane i negoziati e sbloccare la tranche di prestito da 7,2 miliardi concordata a febbraio con Ue, Bce e Fmi ma vincolata a una lista di riforme che necessita l’approvazione dei creditori di Atene.

Nel corso di quella riunione Tsipras ha deciso un rimpasto del gruppo di negoziatori, a livello politico, con i creditori internazionali. Tsipras e i funzionari dell’esecutivo hanno confermato la loro fiducia a Varoufakis e sono d’accordo che svolga un ruolo di supervisione sui nuovi negoziatori, ma il coordinamento effettivo di questi ultimi verrà affidato al numero due per gli Esteri, Euclid Tsakalotos.

La creazione del ruolo di un coordinatore lascia intendere che d’ora in poi Tsakalatos, professore ed economista che ha studiato a Oxford, noto per i toni delicati e più in generale apprezzato dai rappresentanti dei creditori, avrà una funzione molto attiva.

Secondo quanto riportato stamattina dalla stampa locale, il governo guidato dal primo ministro greco Alexis Tsipras starebbe inoltre preparando una nuova lista di riforme da sottoporre al vaglio dei creditori internazionali: congelamento delle riforme del settore del lavoro fino a giugno o oltre, freno ai prepensionamenti, riduzione delle pensioni troppo alte, introduzione di una tassa speciale per gli hotel di lusso in sostituzione dell’aumento dell’Iva sulle isole più turistiche e utilizzo dei fondi provenienti dalle privatizzazioni per sostenere il sistema pensionistico del Paese.

E in questo ambito rientra anche la telefonata di ieri tra Tsipras e Angela Merkel, anticipata dal quotidiano tedesco Bild e confermata oggi da un portavoce dell’esecutivo federale che non ne ha tuttavia riportato i dettagli. «Quello che posso confermare è che la conversazione è avvenuta», ha dichiarato il portavoce tedesco ai giornalisti. Secondo quanto riportato dalla Bild, il premier greco, sempre più preoccupato dalla mancanza di liquidità nelle casse del Paese, si sarebbe rivolto alla cancelliera chiedendole concessioni finanziarie e la convocazione di un nuovo vertice straordinario già in settimana. Tsipras avrebbe avuto una conversazione simile anche con il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem.

Un tentativo di distensione quanto mai necessario: Tsipras scende in campo dopo lo scontro di venerdì tra il suo ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, e tutti gli altri ministri finanziari della zona euro, uniti dalla profonda irritazione nei confronti dell’economista greco-australiano. «Dilettante», «perditempo» e «giocatore d’azzardo», così è stato definito Varoufakis dai suoi colleghi. Ieri, il ministro ellenico ha risposto loro attraverso un tweet, una frase dell’ex presidente americano Franklin Delano Roosevelt tratta da un suo celebre discorso in difesa del New Deal dagli attacchi dei Repubblicani: «Tutti mi odiano e io dò il benvenuto al loro odio». Poi ha aggiunto: «Una citazione vicina al mio animo (e alla realtà) questi giorni».

Nelle scorse settimane era trapelata l’indiscrezione di possibili dimissioni del ministro dell’Economia greco, e non è improbabile che queste arriveranno subito dopo che un accordo con l’Eurogruppo sarà raggiunto. Come riporta il Financial Times, diversi funzionari europei, greci compresi, credono che le divergenze tra Tsipras e Varoufakis si stiano facendo sempre più profonde. L’autorevole quotidiano finanziario britannico cita una fonte vicina al governo ellenico, secondo la quale Varoufakis sarebbe diventato «una grana per l’esecutivo Syriza». Ma la sostituzione non è in programma a breve: «Il momento per cambiare questo ministro delle Finanze arriverà al raggiungimento di un accordo provvisorio con i creditori e prima dell’inizio dei negoziati per un nuovo pacchetto di aiuti», rivela la fonte del Financial Times.

La Grecia è sempre più in affanno e deve affrontare diversi impegni finanziari: questa settimana dovrà sborsare 1,5 miliardi tra stipendi e pensioni: per coprirli il governo ha intimato agli amministratori locali, attraverso un decreto, di depositare nella banca centrale greca le loro riserve di cassa, ma in molti si sono rifiutati di farlo per paura di perdere tutto in caso di default dello Stato. Entro la metà del prossimo mese c’è poi da rimborsare una tranche di prestito da un miliardo circa all’Fmi.

Intanto, secondo un sondaggio condotto dalla Kapa Research per il quotidiano ellenico To Vima, la stragrande maggioranza dei greci vuole rimanere nell’Unione europea, nell’Eurozona e nella Nato ed è anche a favore della ricerca di un accordo con i creditori del Paese. Per il 71,9% degli intervistati, il Paese trarrebbe beneficio da un accordo con i creditori mentre il 23,2% è a favore di una rottura. Il 72,9% vuole che il Paese resti all’interno della zona euro, mentre il 20,3% preferirebbe tornare alla dracma. Il 79,4% dei greci vuole che il Paese resti nella Ue e il 73,7% vuole rimanere nella Nato, contro il 17,2% e il 22% che vorrebbero uscirne.

Syriza si conferma il primo partito con il 36,9% dei voti, Nea Dimokratia (centro destra) è al secondo posto con il 21,7%, seguita da To Potami (Il Fiume, centro sinistra) con il 7,3%, i neonazisti di Alba Dorata con il 5,7%, il Partito Comunista con il 5%, Greci Indipendenti (destra) con il 4,6% e Pasok (socialista) con il 3,9%.

Luna De Bartolo

ULTIMI ARTICOLI