L'ICONOCLASTA

Grecia, piano giudicato insufficiente dai creditori. Ue: «Nessuna svolta sugli aiuti prima di Pasqua»

31 marzo 2015 – Gli ultimi giorni di trattative non hanno portato passi in avanti. Il nodo del debito greco resta ancora da sciogliere, dopo che i creditori di Atene (Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale e Unione europea) hanno giudicato le proposte di riforme, presentate dal governo di Alexis Tsipras per ottenere lo sblocco di 7,2 miliardi di aiuti internazionali, «frammentarie, vaghe».

Il dialogo prosegue, dice il portavoce della Commissione Ue, «ma ancora non ci siamo, serve del lavoro aggiuntivo». Lo stesso concetto, con parole più dure, arriva da Berlino: «Stiamo aspettando» che la Grecia compili una lista di proposte di riforma che «valga la pena discutere», spiega Martin Jaeger, portavoce del ministro delle Finanze tedesco.

Secondo quanto annunciato dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, non ci sarà nessuna svolta prima di Pasqua: i dettagli del piano di riforme di Atene, ha aggiunto, «sono molto complessi». Tusk – scrive l’agenzia Bloomberg – esclude l’ipotesi di un piano B per la Grecia (leggi: l’uscita dall’euro) e spera in una soluzione entro la fine di aprile.

Bloomberg cita inoltre una fonte europea secondo la quale, nonostante non sia stato reso pubblico, i ministri finanziari della zona euro si riuniranno mercoledì in teleconferenza per discutere dell’impasse greca.

Il governo ellenico – ha ribadito Alexis Tsipras – cerca un «compromesso onorevole» con i partner europei e non capitolerà.

«I colloqui con le tre istituzioni sono un inizio e non siamo ancora alla fine. Dobbiamo proseguire il processo e vanno rispettate le condizioni concordate, con le variazioni dovute all’elezione di un nuovo governo», ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel durante una conferenza stampa con il presidente francese Francois Hollande a Berlino, a proposito della crisi greca. «Non c’è altra soluzione per la Grecia che restare parte dell’Europa», le ha fatto eco il presidente francese.

Dopo il meeting della scorsa settimana a Berlino con la cancelliera tedesca Angela Merkel, Tsipras aveva annunciato la presentazione di un piano da sottomettere ai suoi creditori questo lunedì (un piano di riforme serie e strutturali che, come da accordi presi al termine dell’Eurogruppo del 20 febbraio, convinca l’ex Troika della buona volontà di Atene). Ma, secondo fonti europee, i greci non hanno inviato nessun documento a Bruxelles: «Non c’era nessuna lista, la lista arriverà solo alla fine (dei negoziati tra Atene e Brussels Group, ovvero l’ex Troika più rappresentanti del fondo salva-Stati, ndr), si trattava piuttosto di pezzi di carta che sono circolati e che coprivano tutti i parametri» richiesti, ma non le esigenze su «attuazione e impatto» delle riforme.

Inoltre, rivela il Wall Street Journal, le proposte greche si concentrano sulla lotta all’evasione e alla corruzione, ma l’eurozona è più interessata a misure che vadano ad agire su tre aree: pensioni, lavoro e privatizzazioni.

Tuttavia, nota il quotidiano finanziario Usa, sarà politicamente molto complesso per un governo di sinistra far accettare al proprio elettorato (e al proprio partito) cambiamenti radicali che vadano a incidere sul sistema pensionistico e sul mercato del lavoro.

Ma il governo greco ha disperatamente bisogno di denaro. La scadenza più vicina è quella del 9 aprile, quando Atene dovrà rimborsare una rata da 450 milioni di euro al Fmi.

Luna De Bartolo

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