
Così la destra di Trump dilania i repubblicani
Il mio editoriale pubblicato oggi su La Stampa. Il partito repubblicano è a pezzi, è dilaniato, ed è improbabile che riesca a trovare una qualche compattezza nel breve termine.

Il mio editoriale pubblicato oggi su La Stampa. Il partito repubblicano è a pezzi, è dilaniato, ed è improbabile che riesca a trovare una qualche compattezza nel breve termine.

Secondo il giornalista ed esperto di economia siamo alla vigilia di una recessione di breve durata, che si inserisce tuttavia in una fase di cambiamento epocale: “L’ultimo decennio cambierà gli assetti del mondo”.

Journaliste financier et écrivain, quatre fois titulaire du British Press Award, l’Américain Alan Friedman était invité par la Monaco Méditerranée Foundation (1) le 15 novembre 2022, pour une conférence consacrée au contexte économique et géopolitique mondial. Il a répondu aux questions de Monaco Hebdo.

Le elezioni di midterm che si sono appena tenute negli Stati Uniti hanno un grande significato, sia per gli americani che per il mondo.

Secondo l’analista statunitense Alan Friedman, il governo che sta per insediarsi a Roma sarà quello più a destra dopo Mussolini: «Un popolo che non ha imparato nulla dalla Storia»

In relazione alla presenza di Mario Draghi al meeting di Rimini c’è stato qualcosa di storicamente importante, e anche di politicamente importante.

La società occidentale è sempre più esposta a una continua propaganda populista

Si rischia lo stop del pacchetto di 220 miliardi del Pnrr e per il Paese significherà entrare in recessione.

Per capire quanto stiano diventando medievali gli Stati Uniti d’America grazie alle nomine da parte di Donald Trump di invasati dell’estrema destra alla Corte Suprema, provate a immaginare che la Consulta di Roma si riempia di una serie di personaggi come Pino Rauti, esponenti della destra nostalgica, oppure a una serie di giudici in pieno

Alan Friedman intervistato da Marcello Pelizzari per il Corriere del Ticino

La mia intervista a Fanpage.it, a cura di Davide Falcioni.

Ha ragione Draghi. Le riforme vanno approvate, e non soltanto quella sulla concorrenza.